Venerdì 8 Novembre 2024
ROSSELLA
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Puccini l’inquieto. Una vita di gloria e di tormenti

Il talento e le passioni, ma anche il carattere debole "A 17 anni l’Aida mi aprì lo sportello musicale".

Puccini l’inquieto. Una vita di gloria e di tormenti

Puccini l’inquieto. Una vita di gloria e di tormenti

Martina

“Tessere la mia storia? Non saprei come cominciare! La mia infanzia è l’infanzia di tutti _ Ti dico solo che ero refrattario alla musica, e fu a 17 anni che udendo l’Aida a Pisa mi sentii aprire lo sportello musicale _ Andai a Milano e mi presentai al corso di contrappunto facendo vedere i contrappunti e la messa tutti (scritti) a Lucca sotto l’Angeloni e ottenni il lasci (...) Bazzini e Ponchielli furono i miei maestri _ Però da Ponchielli poco o nulla conclusi perché le lezioni che portavo erano le vecchie che servirono per Bazzini _ Una fuga mi serviva 3 o 4 volte spostandola di Tono _ così facevano tutti _ Era tanto distratto il buon Ponchielli! Finalmente mi feci fuori con un capriccio sinfonico che ottenne un gran successo (...) Dopo vennero le Villi che finii perché la mia povera mamma colle preghiere e col continuo starmi addosso me le fece terminare _ (...) dopo suggestionato dal Fontana accettai quel pasticcio di libretto che chiamasi Edgar _ dopo allora volli scegliere da me i soggetti _ scelsi Manon e Boheme _ ora ho tra le grinfie Tosca che m’attosca l’esistenza per la sua difficoltà (...)“.

Ecco in poche righe la biografia di Giacomo Puccini scritta da lui medesimo nel mezzo del cammin della sua vita artistica, quando aveva 39 anni.

Un genio apparentemente modesto o non del tutto consapevole della propria grandezza, che quasi si diverte a raccontarsi “birbante”, l’appellativo benevolo ma non troppo con cui alcuni parenti si riferivano a lui, da ragazzo ma anche da adulto, e che racchiude molto della sua personalità e delle sue contraddizioni. Lui nella letterina sopra citata la liquidò in poche parole, ma in realtà la vita di Giacomo Puccini è stata talmente intensa, sotto tanti punti di vista, che non si finisce mai di raccontarla. E di leggerla. E di scoprirla.

Oltretutto la sua impressionante produzione di lettere – al momento se ne conoscono oltre diecimila ma si presume possano essere il doppio o più – è una continua fonte di accrescimento e per certi versi anche di rinnovamento della sua storia. Che è un po’ come le sue opere: cambiano gli allestimenti ma non ci si stanca mai di seguire le vicende di Mimì e di piangere per lei; potrà anche essere ambientata in altra epoca ma Tosca continua ad avvincerci, e ci commuovono la tenera Butterfly e la devota Liù e ci trascina nel gorgo della passione Manon... sempre, per sempre. Allo stesso modo non cessiamo mai di interessarci alla vita del loro autore, vita fortunatissima e tormentata, baciata da un grande talento e dalla sensibilità e angustiata dall’incertezza e dalla debolezza di carattere, piena d’amore e prigioniera di esso.

Ed è proprio la vita di Puccini, scansionata attraverso la sua opera, le sue donne, le passioni, le inquietudini, le angosce e i successi, che può darci l’avvincente sempre nuova “messinscena” di una vicenda umana e artistica unica e che ogni volta ci sorprende, ci incanta, ci commuove. Un doveroso omaggio in occasione dei cento anni dalla morte del Maestro accanto ai numerosi eventi che celebreranno questo anniversario in tutto il mondo.