Sabato 7 Dicembre 2024
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Messico: identificata un’orca killer che organizza attacchi di gruppo agli squalo balena

E’ stata battezzata Montezuma e ha circa 50 anni. Questi mammiferi possiedono una buona memoria, fattore che probabilmente garantisce il successo della cattura delle prede nell'‘acquario del mondo’

Orche assassine speronano squali balena.

Orche assassine speronano squali balena.

Roma, 29 novembre 2024 – Un’orca di nome Montezuma, dall’ultimo imperatore azteco, che misura almeno nove metri e ha circa 50 anni, è il capo di una banda di orche ‘assassine’

Nel Golfo della California (Messico), l’esemplare maschio è stato identificato come protagonista e leader di sofisticate battute di caccia contro gli squali balena. “Quando Moctezuma caccia, si muove furtivamente in mare. Gli piace attaccare la zona pelvica delle sue prede per colpire il fegato, che è abbastanza grande da fornire un pasto completo a tutti i membri del clan. Misura almeno nove metri e stimiamo che abbia circa 50 anni perché era già stato foto-identificato nel 1988 sull'isola Angel de la Guarda. Sta bene ed è forte", racconta Erick Higuera, biologo marino specializzato nell'osservare e fotografare la vita marina da quasi 30 anni, a El Paìs

Il biologo è stato coautore di un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Marine Science, dove ha ritratto con precisione il comportamento di caccia della banda di orche di Moctezuma contro il pesce più grande del mare. Gli scienziati, guidati da Francesca Pancaldi, ricercatrice del Centro Interdisciplinare di Scienze Marine di La Paz (nello stato messicano della Baja California Sur), hanno raccolto varie immagini, tra il 2018 e il 2024 a sud del golfo, grazie al materiale ceduto da turisti e pescatori della zona. Le fotografie mostrano che la zona desertica terrestre contrasta con la biodiversità che esiste sott'acqua: quasi 40 tipi di cetacei e 100 specie di squali che si muovono tra scogliere rocciose e monti sottomarini. "Questi attacchi sono stati segnalati in diverse aree del Pacifico messicano. Diciamo che questa è la prima volta che viene descritto in dettaglio", ha spiegato la ricercatrice. 

Le strategie di caccia

Ogni orca ha caratteristiche uniche, come le impronte digitali sugli esseri umani. Le orche di questo branco sono state identificate attraverso le analisi delle fotografie delle pinne dorsali, della sella (il modello della macchia bianca che si trova sulla schiena) o del cerotto oculare, che varia tra i singoli esemplari, oltre a caratteristiche distintive come cicatrici e ferite. Dei quattro eventi di caccia registrati, gli scienziati hanno notato che Moctezuma ha partecipato a tutti. "Ho capito che erano gli stessi individui tutto il tempo, c'era una strategia e un obiettivo mirato", ha raccontato Higuera. 

Nella caccia, tutti i membri del branco, guidati da una matriarca, partecipano colpendo la preda fino a capovolgerla. Secondo Pancaldi, gli squali balena hanno denti piccoli e sono relativamente lenti. L'unico modo che hanno per difendersi è colpire con la coda gli assalitori e immergersi, raggiungendo i 2000 metri di profondità; per questo motivo le orche cercano di tenerli in superficie.

Le orche cacciano e uccidono anche il temibile squalo balena
Le orche cacciano e uccidono anche il temibile squalo balena

I pareri di altri esperti 

El País riporta anche le osservazioni di altri esperti nel settore. Jessica Rodriguez, responsabile dell'educazione e della comunicazione presso l'agenzia di avvistamento balene Davey’s Locker (a Newport Beach, USA), ha affermato che in generale le orche cacciano in branco, come i lupi sulla terra, coordinando tattiche specifiche. "Osservando le orche in Messico, queste si nutrono di mammiferi come balene, delfini e leoni marini e hanno strategie di alimentazione. L’esemplare più anziano trasmette questa conoscenza generazionale", ha spiegato Rodríguez (che non faceva parte del nuovo studio).

Lo stesso ha sostenuto Ricardo Aguilar, direttore della ricerca europea presso l'associazione oceanica, che ha spiegato come quasi tutti i gruppi di orche siano diversi e abbiano processi di apprendimento piuttosto rapidi. "Questo fa sì che l'intero gruppo apprenda e si integri in questo nuovo comportamento – ha continuato il direttore  – I delfini oceanici, il gruppo di mammiferi marini a cui appartengono le orche, hanno uno dei più grandi cervelli in relazione alle dimensioni del corpo, che permette loro di sviluppare abilità straordinarie. Sono animali socievoli e possiedono buona memoria, fattori che probabilmente garantiscono il successo della cattura delle prede nell' ‘acquario del mondo’.

Nonostante il golfo sia uno degli habitat più diversificati del pianeta, gli animali marini sono i più vulnerabili perché esposti alle collisioni con le imbarcazioni: un problema che è aumentato con il crescere del traffico marittimo ad alta velocità. “Le imbarcazioni – ha raccontato Francesca Pancaldi – a volte vanno troppo veloci in certe zone”.

Aver ‘battezzato’ le orche è stata una strategia ideata dai ricercatori per generare empatia nella comunità, nei pescatori e persino nei turisti. "Alla gente sono piaciuti i nomi aztechi e la collaborazione è stata molto efficace", ha affermato Erick Higuera. Fabiola Guerrero de la Rosa, biologa marina presso l'Università di Baja California Sur, ha aggiunto inoltre che “più informazioni si ottengono, più le persone saranno attente – ha continuato la biologa –  Si conosce la vita e le opere di ciascuna di esse, dalla madre alla nonna. Dare loro dei nomi aiuta a identificarle e a costruire una storia". 

Esiste un'altra orca maschio, con "varie battaglie" impresse sulla sua pelle, che gli scienziati hanno chiamato Cuitláhuac, come il fratello di Montezuma e penultimo ‘huey tlatoani’ (grande oratore o governante, in lingua Nahuatl) della dinastia azteca. "Dopo tanto tempo che li vedi in mare, l'occhio si abitua. È come quando un uccello visita spesso il cortile di casa tua, diventa familiare", ha riflette Higuera.