Pesare un’anima non è un’operazione meccanica. Ci provò nel 1907 Duncan MacDougall che sentenziò: 21 grammi. Il capitano Victor Coste è un pesatore d’anime (proprio come recita il titolo, in italiano, del romanzo di Olivier Norek, uscito l’anno scorso). Coste vive a Saint-Pierre-et-Miquelon, un minuscolo arcipelago al largo della costa del Canada: un’appendice della Francia. Ma da dove arriva questo capitano, quale passato ingombrante si porta dietro? In Italia – per Rizzoli – è appena stato pubblicato il primo volume della trilogia delle banlieue e Victor Coste, all’inizio di tutto, all’inizio del suo personaggio, è capitano di polizia a Parigi nel Distretto 93, Seine-Saint Denis. Anno del Signore 2011.
Chi è davvero Victor Coste?
"Un poliziotto innanzitutto – racconta Olivier Norek che è stato in polizia 18 anni prima di mettersi a scrivere ed essere considerato un maestro del polar –. Ma non uno di quei poliziotti caricaturali che si attaccano al whisky, che hanno una loro amica-amante che conosce il mondo della prostituzione, come spesso succede nei polizieschi. Coste è un poliziotto con la testa sulle spalle, che vuole riparare il mondo. E che è consapevole del ruolo della polizia che non può essere solo repressivo".
Sono gli insegnamenti degli anni passati in polizia?
"No, ho cercato per non scrivere stupidaggini, di scrivere ciò che conosco bene, puntando però a un’esperienza diversa per il lettore dei miei libri. Non volevo che fosse solo un testimone di quello che legge sulle pagine, ma che a tutti gli effetti diventasse un membro della squadra. Che partecipasse veramente, anche rimanendo seduto in poltrona o sul divano".
Viste le vendite dei suoi libri c’è riuscito. Come probabilmente è riuscito a raccontare anche le banlieue. Tre date: 1995, esce il film L’odio di Matthieu Kassovitz, 2005 Sarkozy si trova a fronteggiare le rivolte delle banlieue, diciotto anni dopo stesso destino per Macron. Le banlieue sono pentole a pressione sempre pronte a esplodere?
"Le banlieue non interessano alla politica, sono trascurabili. Il 70% di chi vive lì, non vota. Forse solo il primo anno dall’elezione il presidente della Francia lo spende per cercare una soluzione, ma poi gli altri anni che gli restano di mandato, pensa a come essere rieletto e guarda altrove. Salvo che poi non si ritrovi a dovere affrontare la questione per motivi di ordine pubblico".
Nel libro Codice 93, appena pubblicato in Italia, siamo nel 2011 e in un passaggio lei racconta come nelle banlieue siano arrivati migranti dai paesi delle Primavere arabe, poi però nel 2015, proprio a Saint Denis, per la tragica notte degli attentati a Parigi, scopriamo che è avvenuta la radicalizzazione delle banlieue. Che cos’è successo nel frattempo?
"L’essere umano cerca uno scopo nella vita, ha bisogno di una missione, quando non si riconosce in un capo, ecco che può affidarsi alla religione, che è un amico immaginario. È successo questo: la radicalizzazione portata avanti dai predicatori è avvenuta tra gente che non aveva nulla da perdere. È stata offerta loro una lettura falsata della religione islamica. Ma il problema delle banlieue è anche un altro".
Quale?
"Banalmente la povertà. In quei quartieri ci vivono anche molti francesi, non necessariamente di seconda o terza generazione. E la deliquenza trova le sue radici nella povertà".
C’è un capitano Victor Coste e una capitana Noémie Chastain, protagonista di un altro suo libro, una testimonial della seconda possibilità nella vita. Due vite parallele?
"Diciamo che con Coste ho lavorato in almeno quattro libri sulla distruzione del personaggio, per Noémie mi è bastato invece un solo libro per ragionare sulla ricostruzione. Lei è sfigurata dopo un incidente sul lavoro (le hanno sparato in faccia), l’indagine che si trova ad affrontare è una seconda possibilità, ma anche un pretesto per un’indagine su se stessa. Una seconda possibilità in un mondo che è solo apparenza e lei si ritrova con il viso sfigurato, ma va fino in fondo".
C’è un personaggio Melchior, psichiatra, che compare sia nei libri di Coste sia in quello di Chastain.
"Melchior è un personaggio che esiste nella realtà. Si ispira a un medico che ripara i volti sfigurati di soldati reduci dalle guerre, che li aiuta a ricominciare. In questo con molta umiltà davvero, mi sento molto vicino a Stephen King che va sempre a recuperare nei suoi libri una galassia di personaggi reali e li porta sulle pagine".