Giovedì 12 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Il Goncourt all’Algeria di Daoud

Il premio Goncourt 2024 va a Kamel Daoud per "Houris", romanzo sulla guerra civile algerina. La storia di Aube, segnata dal passato, si svela nel suo villaggio natale. La scrittura come testimonianza di una storia vissuta.

Il Goncourt all’Algeria di Daoud

Kamel Daoud, 54 anni

È lo scrittore franco-algerino Kamel Daoud il vincitore del premio Goncourt 2024 con Houris. Il romanzo uscirà in Italia il prossimo maggio per La nave di Teseo, come suoi precedenti libri. I giurati del più prestigioso riconoscimento letterario francese si sono riuniti ieri, come da tradizione, al ristorante Drouant di Parigi per l’annuncio del vincitore.

Nato nel 1970 a Mostaganem, Daoud, è anche giornalista e scrive per il Quotidien d’Oran. Fra i suoi romanzi più conosciuti, Il caso Mersault (Bompiani, 2015), ispirato al romanzo di Albert Camus Lo straniero. L’ultimo romanzo, Houris, che affronta la guerra civile algerina degli anni 1990, pare sia all’origine dell’esclusione della casa editrice francese Gallimard dalla 27ª edizione della Fiera internazionale del libro di Algeri (Sila), che si terrà dal domani al 16 novembre.

In Houris Daoud racconta la storia di Aube, una giovane algerina che deve ricordare la guerra d’indipendenza, che non ha vissuto, e dimenticare la guerra civile degli anni ‘90, che ha invece attraversato. La sua tragedia è segnata sul suo corpo: una cicatrice sul collo e corde vocali distrutte. Muta, sogna di ritrovare la voce. Può raccontare la sua storia solo alla bambina che porta in grembo. Ma ha il diritto di tenere questo bambino? Puoi dare la vita quando ti è stata quasi tolta?

In un Paese che ha varato leggi per punire chiunque parli di guerra civile, Aube decide di recarsi nel suo villaggio natale, dove tutto ha avuto inizio, e dove i morti forse gli risponderanno. "Io sono la traccia vera, la prova più forte che attesta tutto quello che abbiamo vissuto in dieci anni in Algeria. Nascondo la storia di un’intera guerra, scritta sulla mia pelle fin da quando ero bambino" dice.