Taranto, 28 aprile 2024 – Il Premio Alessandro Leogrande 2024 è stato assegnato ieri a Taranto a Francesca Coin con il libro “Le grandi dimissioni” (Einaudi). Per la sezione “Premio Studenti” sono state premiate ex aequo la direttrice dei nostri giornali Agnese Pini con “Un autunno d’agosto” (Chiarelettere) e Nancy Porsia con “Mal di Libia” (Bompiani). Della rosa dei finalisti facevano parte anche Piergiorgio Casotti con “Uppa” (Italo Svevo) e Ferdinando Cotugno con “Primavera ambientale” (Il Margine).
La cerimonia di premiazione di questa VIII edizione del Premio Leogrande, ideato e organizzato dall’associazione Presìdi del libro, si è tenuta ieri pomeriggio al teatro Fusco, con i finalisti intervistati da Giorgio Zanchini. Nel corso della cerimonia la presidentessa del Premio Orietta Limitone ha proclamato il titolo vincitore, affiancata da Maria Giannico, madre di Alessandro Leogrande. Il Premio vuole tenere viva la passione e il ricordo del giornalista e scrittore che, scomparso prematuramente, ha dedicato gran parte del suo lavoro occupandosi di temi civili, ambientali e sociali.
Con Francesca Coin e Ferdinando Cotugno, nella cerimonia di ieri, si è parlato della necessità di trovare paradigmi nuovi per interpretare e modificare una realtà spesso ostica e inospitale come quella attuale; con Piergiorgio Casotti il discorso si è incentrato sulla meraviglia di una terra che rappresenta l'alterità vera e propria. Agnese Pini ci ha mostrato come una storia personale possa diventare la molla che fa scaturire un discorso universale; Nancy Porsia, parlando del coraggio, ha definito molto naturale il suo avvicinamento alla questione libica, in quanto sentirsi europei vuol dire anche sentirsi "mediterranei".
Le scuole che hanno aderito al progetto “Raccontami il giornalismo”, dopo aver seguito una masterclass di Annalisa Camilli, hanno prodotto un'inchiesta/ reportage narrativo. Annalisa Camilli ha decretato come lavoro migliore quello del Liceo De Sanctis Galilei di Manduria con l’inchiesta “Sotto la superficie”, interviste sulla violenza di genere.
“Secondo me il premio Leogrande è un po' unico nel nostro Paese, nel senso che è come se l'esempio di Alessandro, il suo impegno civile, il suo spendersi nella realtà quotidiana, il suo cercare sempre oltre l'apparenza delle cose, spingessero quasi naturalmente a scegliere libri che hanno quello spirito. Magari è difficile trovare temi comuni, fili rossi - quest'anno la ricostruzione di un eccidio nazifascista, il racconto di cosa è accaduto in Libia, l'attivismo climatico, o ancora le trasformazioni laceranti della Groenlandia o del mondo del lavoro -, ma lo spirito è quello, ed è anche un omaggio alla ricerca sempre generosa e inesausta di Alessandro”: questo il parere di Giorgio Zanchini, giornalista e scrittore, presentatore della serata.