
Colson Whitehead, nato a New York 54 anni fa
Firenze, 17 luglio 2024 – "Ci sono imbroglioni che ti offrono il vuoto con un sorriso, mentre altri ti rubano il tuo amor proprio. Devi ricordarti chi sei". Se non conoscete Colson Whitehead, se non sapete chi sia, sappiate che, a oggi, è uno dei più grandi scrittori statunitensi viventi, due volte vincitore (in soli tre anni) del Premio Pulitzer. Non so perché l’intellighenzia libraria pompa autori di spessore letterario assai inferiore, mettendo Whitehead in un angolo (perché il suo nome è noto a pochi), quando si tratta invece di uno scrittore potentissimo, giornalista e sceneggiatore di 55 anni, che sa racontare l’America di ieri e di oggi in modo assolutamente straordinario.
I suoi libri sono un pugno nello stomaco: fondono realtà storica e finzione narrativa con una sapienza tale da rendere indistinguibile il confine tra fantasia e realtà, tra finzione e cronaca. "Sia il reale sia l’immaginario sono strumenti – dice lo stesso Whitehead –. Sono modi diversi, lo ammetto, ma due modi ugualmente usati per raccontare il mondo". E’ afroamericano, Colson, e di quel mondo anche racconta. Ma non ne fa un dogma: "Uno scrittore afroamericano non deve per forza occuparsi della questione razziale – ha detto una volta – né per forza scrivere libri in cui i protagonisti sono neri: forse quest’idea alberga nella mente di qualche critico di pelle bianca che è convinto di sapere cosa debbono scrivere i neri".
Ne "I ragazzi della Nickel” (Pulitzer nel 2020), ma anche nei suoi libri successivi racconta una storia inventata ma che potrebbe essere successa davvero. E’ il verosimile manzoniano, di cui Whitehead è un degnissimo discendente, o ancor meglio il cosiddetto ’vero poetico’, quello che si fonda su sentimenti ed emozioni. In queste pagine si racconta la storia di Elwood Curtis, un ragazzino abbandonato dai genitori e cresciuto dalla nonna a Tallahassee, nella Florida degli anni Sessanta, un tempo e un luogo in cui anche accettare un passaggio in auto può diventare un grosso problema. Soprattutto se sei un ragazzino di colore per quanto bravo e destinato ad andare al college. E invece la vita, a volte, fa strane e pericolose inversioni, si perde in pericolose divergenze, ed Elwood finisce in un riformatorio chiamato Nickel Academy, la cui missione è provvedere a un’educazione fisica, intellettuale e morale dei giovani che vi finiscono. Ma lì dentro la speranza muore fanciulla e per Elwood inizia una rapida discesa all’inferno. Whitehead descrive persone che sono universi di emozioni, moralità e immoralità. Un affresco del mondo carico di colori forti e lati oscuri. Imperdibile.