Venerdì 8 Novembre 2024

Due “Voci“, due pensieri critici: le sfide di Prezzolini e Montanelli

Il libro "Le due voci" di Simone Arminio racconta le figure di Giuseppe Prezzolini e Indro Montanelli, maestri di giornalismo legati da un pensiero indipendente e conservatore. Un'analisi approfondita di due giganti dell'informazione italiana.

Due “Voci“, due pensieri critici: le sfide di  Prezzolini e Montanelli

Due “Voci“, due pensieri critici: le sfide di Prezzolini e Montanelli

Due voci controcorrente per raccontare altrettanti squarci di secolo, coi loro sogni, le fatiche e i complicati giri di boa della Storia. A intrecciare i fili ci sono i fratelli Alberto e Giancarlo Mazzuca, entrambi già firme di questo giornale, che il secondo ha poi diretto. I due protagonisti sono invece Giuseppe Prezzolini e di Indro Montanelli, maestri di giornalismo legati da un fil rouge ben evidente in Le due voci, appena arrivato in libreria per Baldini+Castoldi: la ricerca pervicace un pensiero indipendente, ricercato lungo tutta una carriera anche al costo di sbagliare. Prezzolini e Montanelli, maestro e allievo, condividono il testimone in quel nome di giornale, La voce appunto, che entrambi condivideranno con quasi ottant’anni di distanza. Da qui un libro pensato in due tempi, nei quali però i rimandi al prima e al dopo sono continui, così come i punti in comune. Come la sfida nel delineare un pensiero conservatore che si elevasse dalle vicende politiche del tempo, l’avvento del Fascismo in un caso, la nascita della Seconda Repubblica nell’altro. O la difficoltà di un’avventura imprenditoriale solitaria e quasi donchisciottesca, la consapevolezza di stare in qualche modo incidendo la carne viva del Paese, con due pensieri critici il cui segno è ancora ben visibile nella società, nelle polemiche e nella storia dell’informazione italiana.

Il resto è aneddotica, utile una volta tanto non solo a riscostruire squarci di curiosa quotidianità, quanto piuttosto a delineare due figure enormi rimaste, per scelta e coerenza, nell’ombra di una Voce a cui delegare tutto il proscenio.

Simone Arminio