Torino, 10 maggio – “A Ilaria consentono di leggere solo due libri al mese, che a lei durano non più di qualche ora visto che sta ventitré ore al giorno in cella”. Queste le parole del padre di Ilaria Salis oggi al Salone del Libro di Torino. Da lì l’appello agli editori lanciato dal deputato Avs (Alleanza Verdi Sinistra) Marco Grimaldi, presente al Salone insieme a Roberto Salis: “Mandate i vostri libri nelle carceri, anche in quelle ungheresi – ha detto il deputato – vediamo se i libri riusciranno a fare quello che noi finora non siamo riusciti a fare: portare il pensiero fuori dalle sbarre”.
L’accesso ai testi nelle carceri è essenziale. In Italia, le biblioteche negli istituti penitenziari recepiscono le linee guida per i servizi bibliotecari ai detenuti dell'IFLA (International Federation of Library Associations) che pongono la biblioteca come “una parte importante dell'ambiente carcerario, grazie al suo sostegno ai programmi educativi, ricreativi e riabilitativi”. La biblioteca carceraria garantisce “un livello di normalità in un ambiente altamente regolato, essendo un posto dove gli individui sono liberi di fare le loro scelte e impegnarsi in attività autonome”, oltre a regalare ai detenuti “una finestra sul mondo esterno” che può essere fondamentale.
“La cultura va difesa, ci sono situazioni nell'Unione europea in cui la cultura non può essere diffusa liberamente – ha detto Roberto Salis durante il suo intervento al Salone – Penso all'Ungheria, dove la stampa è totalmente controllata dal governo, basta vedere come i media stanno raccontando la vicenda di mia figlia”. Ha poi aggiunto: “Per sette mesi ci sono stati negati i contatti, ora posso parlarle solo 70 minuti alla settimana, due ore di Skype al mese. Mi chiama lei. Per fortuna è una roccia, io tengo duro. Ilaria non ne può più. Dobbiamo tirarla fuori”. Ilaria Salis è stata arrestata a Budapest l’11 febbraio 2023, dopo aver partecipato a una manifestazione antifascista contro il raduno dei militanti neonazisti in occasione del Giorno dell’Onore. L’accusa è quella di aver aggredito alcuni militanti, alla quale Salis ha risposto dichiarandosi innocente. È detenuta nel carcere della capitale ungherese da 15 mesi. Potrebbe essere rilasciata dopo le elezioni europee dell’8 e 9 giugno se venisse eletta con la lista Avs nel Nord-Ovest, per la quale è candidata.