Le cover sono lo specchio di un selfie, solo a volte dell’anima. Se poi sono trenta, il campione diventa interessante. E imbarazzante. Gioco facile (forse). Bene Angelina Mango con La rondine di papà, Rose Villain con Gianna Nannini, Geolier con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio, l’autostrada del sole rap. Annalisa e La Rappresentante di Lista in Sweet Dreams. Big Mama con Gaia, La Nina e Sissi in Lady Marmalade.
Rischio. Battisti per Negramaro e Malika Ayane. Tenco per Berté e Venerus Diodato e Savoretti. Paura. La Sad e Rettore in Lamette.
Toto. Ghali e Ratchopper (Italiano vero)
Sfida. Mahmood e i Tenores di Bitti in Come è profondo il mare.
Emozione pura: i Santi Francesi e Skin con Leonard Cohen (Hallelujah).
Perché? Fiorella Mannoia e Gabbani. The Kolors e Umberto Tozzi.
Perché no. Bnkr e Pino D’Angiò. Per il resto comfort zone, successi de che, medley tirami su, artisti scelti dentro la circonvallazione anulare. Banalità.
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