Martedì 30 Aprile 2024

La triste storia dell estinzione dei mammut

Una piccola popolazione di mammut ha resistito all'estinzione per millenni, prima di arrendersi definitivamente all'oblio a causa dei propri "geni cattivi"

Un branco di mammut in una ricostruzione artistica (Foto: INTERFOTO/Alamy)

Un branco di mammut in una ricostruzione artistica (Foto: INTERFOTO/Alamy)

Uno studio pubblicato nei giorni scorsi su PLOS Genetics rivela nuovi dettagli sulle dinamiche che hanno portato alla scomparsa dei mammut, una delle specie estinte più radicate nell'immaginario collettivo (quanto meno al pari del dodo). Il lavoro condotto da Rebekah L. Rogers, genetista evolutiva della University of North Carolina, si è focalizzato sull'isola Wrangel, dove il declino dell'elefante con la pelliccia ha vissuto il suo epilogo finale. CHE COSA HA UCCISO I MAMMUT? La maggior parte dei mammut si estinse nel Pleistocene, circa 11mila anni fa. Le ragioni di tale scomparsa devono ancora essere chiarite in modo univoco, ma le ipotesi più accreditate puntano il dito contro i cambiamenti climatici e la caccia spietata da parte dell'uomo. Quel che è certo è che una minuta popolazione di mammut nani (la cui altezza al garrese era in realtà di 2,5 metri) sopravvisse circa fino al 1700 a.C. nella sperduta e quasi disabitata isola di Wrangel, in Russia. Qui, dice lo studio, l'animale riuscì a evitare tanto l'uomo quanto le temperature sfavorevoli, ma in mancanza di in un adeguato ricambio genetico incappò in una sorta di vicolo cieco evolutivo. In altre parole, fu ucciso dai propri "geni cattivi". IN CAMMINO VERSO L'ESTINZIONE Rogers ha confrontato il genoma di due diversi fossili di mammut: uno risalente a 45mila anni fa e un altro vissuto sull'isola di Wrangel 4300 anni fa. L'analisi ha così evidenziato la presenza di svariate mutazioni nel DNA del proboscidato "più giovane". Si tratta quasi sempre di cambiamenti che, secondo la scienziata, hanno portato effetti nefasti, come ad esempio il depotenziamento dell'olfatto e l'incapacità di generare una prole sana. In sintesi, i dati mostrano che i mammut russi furono condannati all'estinzione dall'impossibilità di mantenere un'elevate diversità genetica, una caratteristica che in natura costituisce la base della sopravvivenza di una specie. La popolazione di mammut dell'isola di Wrangel contava un numero sparuto di esemplari e con essi un pool limitato di geni. Di generazione in generazione i continui incroci hanno favorito la diffusione dei geni inutili o addirittura dannosi, alimentando una spirale autodistruttiva. IL RITORNO DEI MAMMUT Tra le altre cose, lo studio mette indirettamente in guardia chiunque sponsorizzi la cosiddetta de-estinzione, il processo volto a riportare in vita le specie animali ormai scomparse. In futuro, infatti, non è del tutto fantascientifico pensare che si possa creare qualcosa di simile a un mammut manipolando geneticamente un embrione di elefante. Tuttavia, sottolinea l'autrice, è necessario soppesare con attenzione la qualità del materiale genetico di partenza, in modo da prevenire i rischi connessi a questo tipo di esperimenti.
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