Angoulême (Francia), 25 gennaio 2024 – "Lo sprint ha i colori sgargianti delle divise dei velocisti, dello smalto delle unghie delle atlete o dei capelli colorati, e poi il rosso della pista. La maratona è piena di tanti colori che vibrano che si mescolano nel ritmo ovviamente più lento". Sono i colori della corsa interpretati e raccontati da un grande artista italiano, uno dei massimi illustratori a livello mondiale: Lorenzo Mattotti.
A Mattotti, il prestigioso Festival internazionale del fumetto di Angoulême, in corso fino a domenica 28, ha chiesto di esplorare il tema della corsa a piedi in tutte le sue sfaccettature: per rilassarsi, da soli o in compagnia, per gareggiare, dalla velocità alla maratona. Ne sono venuti fuori una mostra spettacolare (Attraper la course. L’art de courir, ovvero “Acchiappare la corsa. L’arte di correre”) e un catalogo con un centinaio di disegni e illustrazioni dove i colori (ma anche il bianco e nero) ci portano a scoprire l’arte di uno dei gesti più naturali dell’essere umano.
La mostra (con i testi della scrittrice Marie Pourchet) sarà ad Angoulême fino al 10 marzo, poi girerà per la Francia fino ad approdare a Parigi. Il tutto all’interno delle Olimpiadi della cultura che si affiancano ai Giochi Olimpici di Parigi 2024.
Lorenzo Mattotti, lei è un appassionato di corsa? Un esperto?
"Non sono esperto, ma da ragazzo, trascinato da un grande amico di scuola, che faceva fondo e maratone, andavamo a correre a Como. Mi ricordo di tante corse fatte d’inverno, nella neve. Io stavo dietro".
Faceva anche gare?
"Lasciamo stare..."
Brutte esperienze?
"L’unica gara, una corsa studentesca, è stata un disastro: all’inizio ero in testa poi sono arrivato ultimo".
E ora va sempre a correre?
"Ho continuato fino a quindici anni fa quando mi sono fatto male a un ginocchio. Comunque mi piace vedere correre, mi piace guardare lo sport. E poi la corsa mi ha insegnato tanto".
Che cosa si impara correndo?
"A superare i propri limiti, ma soprattutto a conoscerli. Magari uno si crede un superuomo e invece... La corsa aiuta a conoscersi meglio".
Torniamo alla mostra, come nasce questa sfida?
"È il Festival che mi ha chiesto di realizzare queste illustrazioni sulla corsa a piedi. Ebbene, non ci sono tanti artisti che si interessano di sport e questo mi intrigava e ho raccolto la sfida".
Giocando con i colori...
"Io gioco molto con i colori, li esagero anche per dare l’idea dell’energia, della forza. Non lavoro in maniera realistica, cerco di lavorare con le sensazioni per aumentare le emozioni, come il perdersi nella natura, il correre in armonia con la natura. La corsa è da sempre, in tutti i tempi, l’istinto di sopravvivenza. E poi è una cura".
Per quale malattia?
"Per la vita nevrotica della società di oggi, dove si corre tantissimo ma in un altro senso".
In mostra ci sono diverse tedofore, omaggio all’anno olimpico?
"L’idea che una fiamma possa essere portata così, mi è sempre sembrata bella"
Lei vive a Parigi da tanti anni ed è uno dei numerosi artisti italiani del fumetto e dell’illustrazione che in Francia hanno trovato un mercato e spazi creativi e produttivi che in Italia è difficile trovare. La Francia è sempre la terra promessa per gli autori italiani?
"Qui c’è un mercato enorme, un rinnovamento continuo, tanta produzione ed è così che vengono fuori talenti e c’è lo spazio per sperimentare. E c’è un grande fermento culturale".
Progetti in cantiere?
"Sto facendo tante cose, sta finendo la mostra del museo di Santa Giulia a Brescia (sulla musica, la danza e il cinema) che è andata benissimo, c’è un’altra mostra a Milano con le mie illustrazioni del libro I miei stupidi intenti e poi sempre per le Olimpiadi Parigi 2024 c’è l’idea di fare un’altra serie di disegni, stavolta sulle paralimpiadi".