Sabato 27 Luglio 2024
EVA DESIDERIO
Magazine

INNO ALLA NATURA

Giorgio Armani presenta una collezione Emporio Armani per l'inverno 2024-2025, con un mix di eleganza e romanticismo. Anche Prada e Max Mara esaltano lo stile italiano, mentre Genny e Anteprima portano colori e innovazione in passerella.

INNO ALLA NATURA

INNO ALLA NATURA

"Anche portando dei cappottoni da uomo voglio che la donna resti la Donna", dice Giorgio Armani che ieri ha presentato l’Emporio Armani per l’inverno 2024-2025 sotto una poetica nevicata in passerella con le modelle vestite da sera e di cielo stellato che sorridono sotto l’ombrello. Sì, anche stavolta il grande stilista ha detto alle sue modelle di sfilare sorridendo, delicate e perfette, forse per alleggerire questi tempi cupi che viviamo. E anche l’amato color nero brilla e si accende. "Ho voluto essere coerente col mio credo, con vestiti che si mettono, smembrando lo show, pur con qualche concessione allo spettacolo, in questa collezione Emporio mi sembra tutto sia concreto e per tutte le età della donna". Vero, verissimo, anche se la vena romantica domina dal giorno alla notte, dai tailleur dolcemente maschili agli abiti da sera in velluto, tessuto che è la grande passione di Armani e che non manca mai nel suo lavoro.

Apre lo show una ecopelliccia a pelo lungo tutta sfumata dal grigio al rosso, in testa un delizioso baschetto, poi il grigio di gonne lunghe dall’aria un po’ severa il gilet sulla camicia lunga, il colletto a jabot candido, il tailleur pantaloni per tutte le occasioni di velluto blu o salvia. E le ore dell’eleganza e della seduzione trapuntate di colpi di luce, gocce di strass e ricami di stelline. In prima fila c’è la bassista dei Maneskin Victoria De Angelis, nuova testimonial di Emporio Armani Underwear, "una ragazza deliziosa, un amore", dice il grandissimo Giorgio.

Tanto nero anche sulla passerella di Prada con Miuccia Prada e Raf Simons che disegnano e creano a quattro mani la collezione che sembra tuffarsi in un mondo di ricordi, di un passato che si rinnova a ogni passo conservando fascino e preziosità contemporanea. È una storia d’amore col passato, un po’ anni ’20 e molto anni ’60 della buona borghesia milanese industriale, con quel bon ton fatto anche di impefezioni volute e di piccole concessioni al vezzeggiamento. Tanti i cappelli, molto attraenti, piccoli turbanti con visiera di piume di gallo o di velluto, ma anche berretti militari ma in colori sgargianti.

Grandemente bella e ricca di spunti di chic e di charme Max Mara che da molti anni viene disegnata da un inglese saggio ma estroso come Ian Griffiths che anche stavolta ha colpito al cuore delle donne con forme avvolgenti e carezzevoli, materiali preziosi e leggeri, colori netti come il nero, il grigio, il tortora e il classico cammello Max Mara. L’ammiraglia del gruppo della famiglia Maramotti, fondata nel 1951 da quel pioniere della moda italiana che si chiamava Achille Maramotti, lavora sempre su uno stile duraturo e di sostanza e dunque proprio per questo è di grande attualità non solo per il quiet luxury di cui molti parlano ma per il cambio di mentalità che ha cancellato la moda eccentrica e usa e getta a tutto vantaggio di manifattura artistica e di qualità. Ian Griffiths si è ispirato alla scrittrice Colette e al suo essere già ai suoi tempi anticonformista e volitiva: alcuni tailleur da uomo la ricordano ma ingentiliti nelle proporzioni e nel dettaglio della chiusura a fiocco. In sfilata come sempre i cappotti più belli del mondo.

Sara Cavazza Facchini direttore creativo di Genny porta in passerella la grazia di colori uniti come giada, bianco, cipria, rosa forte, vinaccia e argento. Per una donna delicata e spontanea. Ambiziosa per se stessa.

È tutto made in Italy lo stile di Anteprima marchio della stilista giapponese, super raffinata, Izumi Ogino che fin dalla passerella racconta la sua passione per tutto quello che è cyber e futuribile. Abiti che brillano dell’oggi e del domani, quasi divise per una dimensione galattica del vestire: forme a scatola ma aggraziate, linee dritte per sognare il mondo che verrà.

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