Influenza 2019, quanto dura il picco e quando finisce

Una settimana di riposo e cure per chi è colpito dal virus. Come riconoscere sintomi (mal di testa, tosse, febbre, dolori) e complicanze

E' il momento del picco dell'influenza 2019 in Italia (foto iStock)

E' il momento del picco dell'influenza 2019 in Italia (foto iStock)

Roma, 10 gennaio 2019 - L’influenza 2019 si diffonde a ritmo sostenuto, 323mila persone si sono ammalate in Italia nella prima settimana del 2019, segnando un livello di incidenza di 5,3 casi per mille abitanti, e non siamo ancora arrivati al picco. Colpa del grande freddo, che indebolisce le mucose delle prime vie aeree e favorisce il proliferare dei virus. Ma quanto dura l’influenza quando ci si ammala, e quando finirà questo tormento? A volte si pensa (erroneamente) che nel giro di un paio di giorni si possa tornare in pista. Al contrario, occorre tanto riposo a casa, riparati, bere liquidi caldi e aspettare, questa influenza richiede una settimana di convalescenza e cure, dal primo esordio contraddistinto dalla febbre alta alla completa ripresa, dunque evitiamo di mettere il naso fuori dalla porta troppo presto, sarebbe pericoloso perché, come vedremo più avanti, si possono presentare gravi complicanze che mettono a rischio la propria salute. Inoltre, la tosse può andare avanti anche dopo il periodo di convalescenza, e tenere botta per due settimane.

Dunque, secondo le previsioni, quando usciremo una volta per tutte dall’epidemia influenzale? La data è legata in parte al calendario, e in parte al meteo. Possiamo dire che solo a fine gennaio usciremo dalla fase implacabile dell’influenza, ma dipende anche dall’andamento delle temperature stagionali, per cui in febbraio ancora saremo a rischio. Quando saremo allora del tutto fuori dalla fase critica? Dipende dai rigori dell’inverno, dalle perturbazioni artiche in arrivo prima di primavera, che possono causare un repentino abbassamento delle temperature e una recrudescenza dei fenomeni detti di perfrigerazione, anche se quest’anno il virus sembra meno aggressivo degli altri anni. Ma è tutto relativo perché, quando poi ci si ammala, e questo vale anche per le persone robuste che non si sono vaccinate e che si ritrovano ugualmente a terra, le conseguenze sono pesanti, anche perché possono innestarsi altre infezioni parainfluenzali o  batteriche che vanno a compromettere il quadro. 

NUMERI E STATISTICHE Complessivamente abbiamo avuto un milione e 800 mila casi di sindrome influenzale virale segnalati dai medici dall’inizio del periodo epidemico, come informa il bollettino Influnet. L’Istituto superiore di sanità monitora l’influenza attraverso una rete di medici sentinella. I più colpiti, e più vulnerabili, sono bambini e anziani, ma abbiamo anche un numero considerevole di persone in età lavorativa a letto con febbre, tosse, dolore osteoarticolare e senso di spossatezza. Tra i bambini al di sotto dei cinque anni abbiamo una media di 11,2 casi per mille assistiti, mentre nella fascia tra i 15 e 64 anni la percentuale è di 5,7 casi su mille assistiti, percentuale simile (5,02) nella fascia di età tra i 4 e 14 anni.

SEGNI E SINTOMI I sintomi influenzali sono la febbre alta, anche sopra i 38° e che riappare quando finisce l’effetto della tachipirina, tosse secca stizzosa che matura dopo qualche giorno, dolori alle ossa e ai muscoli, cefalea descritta come un cerchio alla testa, debolezza che costringe a stare sdraiati, fatica a respirare a causa della gola infiammata e dell’interessamento delle prime vie aeree. Altri segni di sofferenza sono a carico degli occhi, con fastidio alla vista della luce, lacrimazione. Si assiste poi al calo dell’appetito, con nausea o inappetenza, dolori intestinali e stipsi, per cui si consiglia di bere molti liquidi per prevenire la disidratazione. Naturalmente occorre sempre farsi seguire dal medico, non farsi scrupolo a chiamare anche se spesso i medici di medicina generale sono difficili da raggiungere anche in considerazione del picco influenzale che moltiplica le richieste motivate di visite domiciliari, alle quali il medico di famiglia è chiamato a dare seguito.

PROVVEDIMENTI In genere le persone sane non hanno necessità di richiedere un medico a domicilio nel caso in cui contraggano l’influenza, o abbiamo sintomi simil-influenzali. Il miglior rimedio è il riposo a casa, stare al caldo e bere molta acqua. Si può assumere, se necessario, paracetamolo o ibuprofene sia per abbassare la temperatura se la febbre è elevata, sia per alleviare i dolori. "Solo nei casi più gravi, quando si dovesse sovrapporre una bronchite batterica e, dopo aver consultato il medico, si possono assumere antibiotici" afferma Anna Teresa Palamara dell’Istituto Pasteur Italia. "Per quanto riguarda invece le accortezze igieniche, per evitare la trasmissione del virus influenzale, oltre alle misure basate sui presidi farmaceutici, e antivirali, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare un ruolo importante nel limitare la diffusione della malattia. Quindi lavare spesso accuratamente le mani, specialmente dopo colpi di tosse o sternuti.

I disinfettanti a base alcolica possono rappresentare una valida alternativa in assenza di acqua, per igienizzare le estremità, perché riducono la quantità di virus influenzale dalle mani contaminate. Coprire sempre bocca e naso è una accortezza dovuta, possibilmente con fazzoletti monouso da smaltire correttamente. Evitare il contatto stretto con persone ammalate mantenendo, se possibile, una distanza di almeno un metro ed evitare posti affollati. Indossare una mascherina può ridurre le infezioni fra i contatti stretti. Infine, evitare il contatto con occhi, naso e bocca dopo aver toccato superfici contaminate da virus".

COMPLICANZE Generalmente la maggior parte delle persone guarisce dall’influenza entro una settimana, ma possono verificarsi complicanze nei bambini, negli anziani, e nei pazienti con malattie croniche o sottoposti a terapie che indeboliscono il sistema immunitario, obesi gravi e personale sanitario. Una delle complicanze più comuni è la sovrapposizione di un’infezione batterica a carico dell’apparato respiratorio (che potrebbe portare a una bronchite e aggravarsi fino a sviluppare una polmonite). Altre complicanze si verificano a carico dell’orecchio, della gola, delle cavità nasali e paranasali (otite, sinusite, faringite e laringite), ma ci sono anche complicanze a carico dell’apparato cardiovascolare (miocardite) e del sistema nervoso. Più della metà dei casi complicati si registrano nei soggetti di età superiore ai 65 anni. Nelle persone con diabete l’influenza può alterare i livelli di zucchero nel sangue, causando iperglicemia o, nelle persone con diabete di tipo 1, chetoacidosi diabetica. Complicazioni meno comuni dell’influenza includono tonsillite e convulsioni (nel bambino con febbre alta), meningite ed encefalite.  

DIFFUSIONE L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata dai cosiddetti virus influenzali e può manifestarsi in forme di diversa gravità che, in alcuni casi, possono comportare il ricovero in ospedale. Ogni anno, in Italia, la frequenza con cui insorgono i casi di influenza si aggira mediamente intorno al 9% della popolazione generale, mentre nella fascia di età 0–14 anni, che è quella più colpita, l’incidenza è mediamente pari a circa il 26%. Per quanto riguarda l’Europa, ogni anno si verificano dai 4 ai 50 milioni di casi sintomatici di influenza.

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