Quasi tutti, almeno una volta nella vita, hanno provato (o hanno pensato di provare) una serata al karaoke. Il testo che scorre sullo schermo, il microfono stretto in una mano e, per qualche minuto, il coraggio di esibirsi davanti ad amici o sconosciuti. Sono sempre più i locali che organizzano serate “di canto libero”, solitamente presentate da un animatore della serata e da un pubblico compiacente e disposto a mettersi in gioco (e ascoltare anche risultati non dei più riusciti). Che sia per un compleanno o per una serata non prevista, anche a casa di qualcuno, il momento karaoke è sicuramente tra i più gettonati e anche temuti. Ma poi, una volta sciolto il ghiaccio, restano ricordi e momenti di piacevole condivisione.
L’origine del karaoke
Il nome “karaoke” prende origine dalla parola giapponese kara (vuota) e il termine okesutora (pronuncia giapponese della parola greca "orchestra"). Ancora oggi non è chiara la vera e propria genesi di questo genere di spettacolo. Secondo alcuni, ha preso il via negli anni Sessanta, in televisione, mentre per altri ancora bisogna ritornare agli show giapponesi dal vivo quando, nei locali, le persone venivano coinvolte in questa animazione improvvisata, invitati sul palco a partecipare a momenti di intrattenimento. Nella tv americana, negli anni dal 1961 al 1966, la NBC mandò in onda il programma “Sing Along with Mitch”. Il conduttore dello show, Mitch Miller, insieme ad un coro, sovrapponeva i testi dei brani nella parte inferiore dello schermo in modo che il pubblico da casa che assisteva potesse cantare insieme a loro. Quello che risulta evidente, invece, è come la macchina in stile karaoke sia nata in Giappone. Anche prima che venissero inventati i primi modelli, da quel luogo ha preso origine la parola “karaoke” che faceva riferimento a registrazioni strumentali di tracce quando non era possibile avere una band dal vivo per un cantante che doveva esibirsi. Il primo vero prototipo ufficiale vide la luce nel 1967. Tra i primi a rendere disponibili in commercio un karaoke casalingo fu Toshiharu Yamashita: era un insegnante di canto e nel 1970 vendette un dispositivo con 8 tracce presenti insieme a un microfono per cantare. Dopo aver sempre più conquistato mercato in Giappone, a partire dagli anni Ottanta, la curiosità verso il karaoke si espanse sempre più, arrivando in Asia, diventando punto di riferimento e di richiamo nei locali più noti. Con il passare degli anni, la moda diventò internazionale e, oltre ai pub e ai bar, divenne sempre più professionale ma anche amatoriale, con l’utilizzo nelle feste private (dai compleanni ai party dopo un matrimonio). E, a livello commerciale, venne sempre più utilizzato anche nei prodotti delle industrie di elettronica che iniziarono a sfornare sempre più basi musicali e videogiochi legati al fenomeno. Le macchine del karaoke videro aumentare a dismisura le loro vendite, fino agli anni Duemila quando divennero comuni i file mp3 e Midi delle canzoni. A quel punto le basi erano facilmente recuperabili da chiunque e non erano più necessari macchinari specifici legate all’utilizzo del karaoke. Nacquero sempre più software in grado di leggere i file e anche di inserire, in certi casi, le parole ad accompagnamento della base musicale.
Il karaoke in Italia e il boom con Fiorello
Il vero e proprio boom del karaoke in Italia avvenne negli anni Novanta grazie alla trasmissione omonima di Fiorello, andata in onda su Italia 1 da settembre 1992 al luglio 1995. Ideato da Fatma Ruffini, il programma iniziava alle 20 e durava circa mezz’ora. Da una piazza diversa italiana, le persone potevano salire ed esibirsi cantando davanti ai presenti. Al termine della puntata, poi, veniva eletto il vincitore. Inizialmente non essere il successo sperato e lo share fu basso, intorno al 6%. Si pensò anche di chiudere il programma e di non mandare nemmeno più in onda le puntate già precedentemente registrate. Poi vi fu il ripensamento e il Karaoke continuò anche nel periodo delle festività di Natale. Col passare delle settimane, il successo iniziò ad arrivare fino a diventare un vero e proprio fenomeno di massa con picchi del 25% di share, andando persino a diventare “concorrente” dei telegiornali che venivano trasmessi nella medesima fascia oraria. Insieme al boom del programma, vennero pubblicati anche dei Cd con le canzoni originali più celebri e amate insieme, nel secondo compact disc, alle basi dei brani in modo da poter dare vita ad un karaoke casalingo o con gli amici, per sfruttare al massimo l’attenzione mediatica ottenuta dallo show. Nel 1994 approdò anche in prima serata. A sottolineare il clamore del programma, basti pensare che in uno degli appuntamenti serali, ad esibirsi sul palco al centro della piazza vi fu anche l’allora sindaco di Roma, Francesco Rutelli, che cantò ‘Roma nun fà la stupida stasera’, tratta da Rugantino. Negli anni, poi, alla conduzione vi furono Beppe Fiorello, fratello del conduttore (ai tempi si faceva chiamare Fiorellino, oggi è un attore amatissimo) e poi anche da Angelo Pintus nel ritorno avvenuto (senza successo) nel 2015. Tra le curiosità che ormai sono diventate storiche legate al programma di Italia 1 c’è quella incentrata sulle partecipazioni di persone che poi, col passare degli anni, sono diventate famose in tutto il mondo proprio come cantanti. Ai tempi sono saliti sul piccolo palco in piazza per esibirsi davanti ai presenti e ai telespettatori da casa. Anni dopo, avrebbero riempito i Palasport di tutta Italia. Qualche nome? Elisa e Tiziano Ferro. Inoltre, hanno cantato anche Silvia Salemi, Annalisa Minetti e Laura Chiatti. Invece, in una puntata registrata ad Alghero, in prima fila, tra il pubblico, c’era una giovanissima Elisabetta Canalis che, anni dopo, sarebbe poi stata scelta come velina a “Striscia la notizia”, diventando poi showgirl e conduttrice (anche sul palco del Festival di Sanremo). Proprio in questi anni, la mania delle serate karaoke sembra essere tornata di moda, con locali pronti ad accogliere aspiranti cantanti o semplicemente persone che amano interpretare pezzi particolarmente amati. E non importa se si è intonati o stonati: l’essenza e la natura stessa del karaoke è quella di intrattenere, di condividere e lasciarsi andare, senza sentirsi in imbarazzo.