Martedì 23 Aprile 2024

"I miei antieroi, sconfitti dalla vita"

No, a casa Ristuccia non stanno tutti bene. Tra Alba (Laura Morante) e i suoi figli, Carlo (Francesco Scianna), Sara (Silvia D’Amico) e Paolo (Simone Liberati), aumentano tensioni e scontri dopo la morte del marito e soprattutto dopo la sua rivelazione di un terribile segreto tenuto celato per trent’anni. Ma l’inferno familiare comprende anche mogli, mariti, compagne, compagni e ex, tutti disperati e infelici, portatori di emozioni e sentimenti estremi, come è nello stile di Gabriele Muccino. Dopo il successo della prima stagione, suggellata dalla vittoria del Nastro d’Argento 2022 come migliore serie dell’anno, ecco la seconda stagione di A casa tutti bene, otto nuovi episodi su Sky e in streaming su Now.

Muccino,come si evolve il racconto in questa seconda stagione?

"Ho sempre cercato di raccontare quanto sia difficile lo stare al mondo ma non mi ero mai spinto nella zona più oscura dell’essere umano che è quella in cui te, per salvarti, uccidi un’altra persona: una cosa insita nell’essere umano come l’amore. Volevo scendere in questo abisso e la televisione, sollevandomi dalla preoccupazione per il box office, mi ha dato il coraggio di farlo, raccontando anche cose molto spiacevoli e provocatorie dal punto di vista morale. I personaggi di questa saga sono quasi tutti degli antieroi, come certe figure della commedia all’italiana interpretate da Sordi e da Gassman: antieroi perché consapevoli della propria condizione di sconfitti".

Che cosa le piace delle serie?

"La possibilità di raccontare meglio i personaggi e quindi la complessità della psiche umana, con le sue virate. La durata è il vero lusso, soprattutto per i miei racconti che sono generalmente corali. La serie dura otto ore e quindi ognuno dei personaggi principali ha circa un’ora di tempo per raccontarsi".

L’immagine che descrive di una infelicità diffusa, l’ha percepita dalla realtà di oggi?

"Nella mia carriera ho sempre scritto quello che sentivo, non ho mai pensato di pormi al di sopra degli altri per raccontarli. Però sono molto permeabile, per cui se riguardo, ad anni di distanza, i film che ho fatto, da L’ultimo bacio, che è prima dell’11 settembre, a Ricordati di me, che è dopo l’11 settembre, osservo che si sente come improvvisamente un orizzonte si è chiuso. Nel primo film, i protagonisti erano dei ragazzi divoratori di vita, invece Ricordati di me era il ritratto di una paura che ci è arrivata addosso e di cui non ci siamo più liberati. Adesso viviamo un momento storicamente secondo me molto scuro, senza spinte ideali e con una marcia indietro su tante cose, come se la macchina si fosse inceppata. Se questa serie è così scura, così pessimista, forse è anche perché io in questo momento lo sono particolarmente".

Beatrice Bertuccioli

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