Ne avrete sicuramente sentito parlare se avete visto il film cult ‘Ricomincio da capo’ di Harold Ramis, pellicola uscita nel 1993 con protagonista Bill Murray: il cosiddetto Giorno della Marmotta è una festa americana e canadese in occasione della quale, si dice, si debbano osservare le abitudini di una marmota morax, un tipo di roditore piuttosto diffuso nel Nord America. Nello specifico, se l’animale dovesse uscire dalla sua tana e non riuscisse a vedere la sua ombra proiettata a terra a causa del cielo coperto e del meteo nuvoloso allora ci si può aspettare che l’inverno finirà molto presto; se, al contrario, il cielo fosse limpido e la marmotta vedesse la sua ombra allora la stagione invernale sarà destinata a durare per altre sei settimane.
Ma quanto c’è di vero dietro a questa diceria? La comunità scientifica da questo punto di vista non sembra avere alcun dubbio a riguardo.
Il Giorno della Marmotta non ha nulla di reale
Come specificato all’interno da una ricerca condotta dal ‘National Geographic’ da parte dello studioso Alex Ross, questo evento tanto atteso è in realtà frutto di un semplice folklore popolare. Per giungere alle loro conclusioni gli scienziati hanno utilizzato la Claytonia caroliniana, una pianta che fiorisce subito prima dell’inizio della primavera in un’ampia porzione di territorio compatibile con la diffusione geografica delle marmotte oggetto della ricerca. Stimando la data di fioritura del vegetale in prossimità di ogni roditore alla ricerca della sua ombra, e confrontandola con la sua previsione sull’inizio della primavera, è emerso che le “stime” dell’animale erano in realtà precise SOLO al 50%: in sintesi, quelle marmotte sarebbero in grado di prevedere l’arrivo della primavera con una probabilità pari al lancio di una monetina. Insomma, è tutto molto lasciato al caso, come forse c’era anche da aspettarsi.
Il collegamento con la Candelora
Esiste una stretta correlazione tra il Giorno della Marmotta e la festività cristiana della Candelora, che ricorrono lo stesso giorno. La stessa tradizione statunitense deriva da un detto scozzese che a proposito recita: “If Candlemas Day is bright and clear, there'll be two winters in the year”, traducibile come “Se alla Candelora il cielo è limpido, ci saranno due inverni nell'anno”.
La Candelora affonda le sue origini, a quanto pare, nella tradizione pagana. Vale, infatti, la pena ricordare che nel mese di febbraio (di norma il 14) gli Antichi Romani commemoravano le Lupercalia, un evento dedicato al dio Fauno (anche chiamato Luperco), considerato il protettore del bestiame contro gli attacchi dei lupi. In quest’occasione si accendevano fiaccole proprio per allontanare gli animali feroci e per evitare che facessero troppi danni: sembra che questo gesto si sia poi trasformato, con il passare del tempo, in un simbolo di purificazione, tanto è vero che per il Cristianesimo la Candelora corrisponde ai 40 giorni dopo la nascita di Gesù Cristo alla presentazione del figlio di Maria e Giuseppe al Tempio. La Candelora è per molti fedeli un evento legato alla rinascita, all’inizio del nuovo anno e alla speranza che facendo benedire delle candele presso la propria chiesa i mesi a venire possano essere propizi.