Giovedì 25 Aprile 2024

Festival di Cannes 2023, i film tra scandali e polemiche

Gli eccessi di "The Idol" con Lily-Rose Depp, la scena di masturbazione in “Le Retour” di Catherine Corsini e "Rapito" di Bellocchio sul caso Edgardo Mortara: il festival che farà discutere

Ethan Hawke

Ethan Hawke

Il 76° Festival di Cannes, in programma fino al 27 maggio, potrebbe essere l’edizione più discussa degli ultimi anni. Dal film d’apertura, “Jeanne du Barry - La favorita del Re” di Maïwenn, dove Johnny Depp veste i panni di Luigi XV. Ai malumori attorno all’attore, ancora non del tutto assolto dall’opinione pubblica per il processo del 2022 contro Amber Heard, si è aggiunta una fantomatica denuncia per aggressione a carico della regista 47enne. Un giorno di febbraio, Maïwenn avrebbe attaccato il giornalista Edwy Plenel in un ristorante parigino: l’incidente sarebbe accaduto davvero, per ammissione della stessa, ma senza conseguenze legali. Poi c’è il western queer “Strange Way Of Life” di Pedro Almodóvar, dove Ethan Hawke e Pedro Pascal sono due uomini legati da un profondo rapporto. A rompere questo tabù ci hanno però già pensato “Brokeback Mountain” nel 2005 e “Il potere del cane” nel 2021.  

Sesso e adolescenti

Le vere polemiche arrivano con “Le Retour” di Catherine Corsini (17 maggio). C’è una scena di masturbazione di minorenni, presente nel montaggio finale, che non compariva in sceneggiatura quando sono stati chiesti i finanziamenti. Si sarebbe trattato di un disguido amministrativo: l’aggiunta, avvenuta in fase di ripresa, non è stata comunicata, e la produzione è stata sanzionata. “Gli adolescenti - assicura la regista - erano entrambi vestiti e la scena riprendeva i loro volti. Non ci sono stati contatti inappropriati”. Il set di “Le Retour” ha subìto anche ispezioni a seguito di due segnalazioni per “gesti inappropriati” ai danni di due membri della troupe: secondo i risultati dell’indagine, tutto sarebbe stato “gestito correttamente”. Sul fronte sessualità e minori il dibattito sarà acceso, come per “L’été dernier” di Catherine Breillat (25 maggio) che racconta la storia di Anne, un avvocato che intraprende una relazione appassionata, con tanto di rapporti carnali, con il figlioccio Theo, 16enne.  

Tra psicologia e spiritualità

In “Club Zero” di Jessica Hausner (in concorso, 22 maggio), Mia Wasikowska è Miss Novak, un'insegnante che promuove un corso di alimentazione basato su un principio sinistro: non mangiare. Con il tempo, cresce la presa sulle menti degli studenti, che vivono un tremendo viaggio negli abissi dell’assoggettamento psicologico. Un’aura di mistero, invece, circonda ancora “The New Boy” dell’australiano Warwick Thornton (sezione Un Certain Regard, 19 maggio). Il poster del film è una trasposizione della pietà michelangiolesca, con Cate Blanchett al posto di Maria. Secondo la trama, ambientata negli Anni 40, l’attrice è una suora rinnegata che una notte è costretta ad accogliere nel suo remoto monastero un orfano aborigeno di 9 anni (Aswan Reid).  

Abusi e scabrosità

Dal sacro al profano, sia storico che contemporaneo. Jude Law nei panni di Enrico VIII e Alicia Vikander in quelli dell’ultima moglie Catherine Parr sono in concorso (21 maggio) con “Firebrand” di Karim Aïnouz, che si vociféra essere un j’accuse nei confronti dei sovrani britannici mascherato da dramma con tonalità horror. Di tutt’altro genere è l’anteprima fuori concorso (22 maggio) di “The Idol”, la serie diretta da Sam Levinson, con Lily-Rose Depp e The Weeknd. Qui, i temi sono di nuovo sesso, droga e trasgressioni, forse ingiustificati. Alla base c’è l’esperienza del cantante di “Blinding Lights”, all’anagrafe Abel Makkonen Tesfaye, che al regista disse “Se avessi voluto avrei potuto fondare una setta”, talmente è forte la dedizione dei suoi fan.  

La ferita dell’Olocausto

Sul fronte Seconda Guerra Mondiale si piazzano “Occupied City” di Steve McQueen (Proiezioni Speciali, 17 maggio), e “The Zone of Interest” di Jonathan Glazer (in concorso, 19 maggio). Il primo film, basato sul libro della giornalista Bianca Stigter, moglie di McQueen, “Atlas of an Occupied City. Amsterdam 1940-1945”, traccia linee di continuità dai tempi dell’occupazione nazista della capitale olandese ai giorni nostri, portando alla luce due mondi che convivono in parallelo. Il secondo, invece, porta lo spettatore direttamente ad Auschwitz, di preciso nella casa di una famiglia tedesca che vive accanto al campo di concentramento. Il punto di vista scomodo, agire o fingere di non vedere, si mischia con una crisi morale che scatta quando un ufficiale nazista intraprendere una storia d’amore con la donna del suo comandante.  

L’Italia divisa tra Moretti e Bellocchio

Ricche di potenziale le diatribe nostrane. Nanni Moretti ha portato in concorso (24 maggio) “Il Sol dell’Avvenire”, le cui ultime ombre riguardano l’assenza nella scena finale di Laura Morante, famoso volto dell’universo morettiano e protagonista de “La stanza del figlio”, l'ultimo film italiano ad aver vinto la Palma d'Oro nel 2001. In un’intervista del 2022 rilasciata al Corriere, l’attrice spiegava che il rapporto con il regista si era raffreddato dopo il mancato invito dell’interprete alla premiazione a Cannes: “Non abbiamo mai chiarito l’episodio”, si legge nell’articolo. “Ogni tanto ci sentiamo, ci facciamo gli auguri per il compleanno, ma non è che siamo amici”. Marco Bellocchio punta su “Rapito” (in concorso, 23 maggio), ispirato al libro di Daniele Scalise “Il caso Mortara. La vera storia del bambino ebreo rapito dal Papa”. Nel 1858, un bambino di 7 anni viene portato via dalla casa dei genitori e affidato a Pio IX, che lo cresce cattolico: uno scandalo ecclesiastico ante-litteram.  

Il caso “Caligola”

“Prendo le distanze dalla versione del film ‘Caligola’ che sarà proiettata al Festival di Cannes”, ha fatto sapere il regista 90enne Tinto Brass. L'ultimo casus belli di Cannes 2023 è il film del 1979 del re dell’erotismo, annoverato nella sezione Classic in una versione, disconosciuta da Brass, di due ore e 53 minuti. “Dopo numerose e infruttuose trattative - dice ancora il regista - per montare il materiale da me girato e rinvenuto negli archivi della Penthouse, è stata realizzata una versione alla quale non ho preso parte e che sono convinto non rispecchierà la mia visione artistica”. A lavoro i legali del maestro del cinema, mentre la moglie, Caterina Varzi, che parla di “incomprensibili telefonate dalla Francia” ed e-mail dal tono enigmatico, ha motivo di credere che si stia cercando per forza una reazione mediatica.

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