Venerdì 19 Aprile 2024

Diffamazione con le emoticon su Facebook: la sentenza della Cassazione

I giudici si sono espressi su un caso riguardante su un post sul social network nel quale la vittima era dileggiata attraverso delle faccine

Diffamazione sui social network

Diffamazione sui social network

Si può diffamare una persona anche utilizzando delle emoticon. Lo ha deciso la Corte di Cassazione - come riporta l’agenzia di stampa AGI - accogliendo la richiesta di una donna che era stata vittima di un’offesa su un post di Facebook nel quale erano stati utilizzati sia delle parole che delle faccine che ridono.

Il caso esaminato dalla Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione si è espressa sul caso di una donna ipovedente che era stata dileggiata con un post sul social network in cui si parlava dei problemi di viabilità di un Comune italiano. Nella frase incriminata e riconducibile alla donna si metteva in evidenza il problema visivo della vittima: ‘mi verrebbe da scrivere – recitava il post - la lince, ma ho rispetto per la gente sfortunata’. La frase terminava quindi con una serie di emoticon simboleggianti delle risate. Il caso è arrivato alla Corte di Cassazione dopo che il Tribunale di Varese aveva già condannato l’imputato per diffamazione, 800 euro di multa e 2000 euro di risarcimento per la vittima, sentenza poi ribaltata dalla Corte di Appello di Milano che aveva assolto l’imputato per diffamazione, riqualificando l’accaduto come ingiuria.

La decisione della Suprema Corte

Il caso poi è arrivato in Cassazione perché nel frattempo il reato di ingiuria è stato abrogato e i giudici hanno accolto la richiesta della vittima specificando nella sentenza che si evidenzia il reato di diffamazione poiché “la condotta di chi prende in giro una persona per alcune caratteristiche fisiche comunicando con più persone è senza dubbio un’aggressione alla reputazione di una persona”.

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