Roma, 17 ottobre 2024 _ L’abbiamo dovuta attendere più del previsto, ma la quattordicesima edizione di “Don Matteo” è arrivata. Dopo lo slittamento dello scorso aprile, da oggi la prima serata di Raiuno ha visto la canonica e il commissariato più famosi d’Italia fare il loro ritorno sul piccolo schermo. La produzione Lux Vide, in collaborazione con Rai Fiction, si preannunciava particolarmente ricca grazie all’ingresso nel cast di nuovi personaggi. Si parte con il nuovo capitano Diego Martini interpretato da Eugenio Mastrandrea (lo avevamo visto su Netflix al fianco di Zoe Saldana in “From Scratch – La forza di un amore”), ex “spia” dei servizi segreti che ha scelto di sedere dietro la scrivania del piccolo commissariato di Spoleto per riconquistare il cuore della sua ex compagna, Vittoria Guidi. Peccato che il capitano non sappia che l’amata con il volto di Gaia Messerklinger (“Supersex”) sia in procinto di sposarsi con un altro uomo oltre ad essere la nuova PM con la quale dovrà lavorare fianco a fianco. Chiude il cerchio dei nuovi arrivati Federica Sabatini (“Suburra”) chiamata a interpretare Giulia Mezzanotte, la sorellastra di Don Massimo, il nuovo sacerdote interpretato dalla precedente stagione da Raoul Bova che ha preso il posto del leggendario Don Matteo di Terrence Hill.
E poi ci sono le colonne della serie: Natalina (Nathalie Guetta), Pippo (Francesco Scali) e il maresciallo Cecchini (Nino Frassica). Proprio lui è il protagonista nel corso del primo episodio del nuovo capitolo di un doppio matrimonio (ricco di ostacoli): quello tra la capitana Anna Olivieri (Maria Chiara Giannetta) e il magistrato Marco Nardi (Maurizio Lastrico) e quello tra il carabiniere e l’amata Elisa (Pamela Villoresi), mamma della capitana in procinto di trasferirsi a Roma.
A rendere “Don Matteo 14” più movimentato ci pensano poi Martina (Roberta Volponi), nipote del maresciallo e figlia del Capitano Tommasi (Simone Montedoro). Una teenager scontrosa e in rotta con i genitori, che non ha nulla a che fare con la bambina che ricordava il nonno. E Bartolomeo (Francesco Baffo), per tutti Bart, un bimbo con sindrome di Down pieno di insicurezze che trascorre i suoi pomeriggi frequentando le lezioni di catechismo di Don Massimo.
Oltre vent’anni dopo la messa in onda del primo episodio, "Don Matteo” sembra seguire la celebre frase pronunciata da Tommaso Tancredi ne “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Perché la serie ideata da Enrico Oldoini continua a rinnovarsi aprendosi a nuovi personaggi e nuove storie, restando però intatta nella struttura che ne ha decretato il successo inesauribile. La sua capacità di parlare a chiunque abbracciando il famoso pubblico che dallo 0 arriva ai 99 anni passa attraverso una narrazione che mantiene intatti alcuni elementi che hanno un comune denominatore: la semplicità. C’è qualcosa di confortante nella familiarità del racconto e nella genuinità dei personaggi. Così come nella loro imperfezione. A cominciare proprio da Don Massimo. Un sacerdote alla ricerca di se stesso e profondamente umano nella sua fallibilità come dimostra molto bene proprio la prima puntata della nuova stagione. Il ritorno nella sua vita della sorellastra e la sua richiesta d’aiuto non vengono inizialmente accolte come ci si potrebbe aspettare da un uomo di Dio. E l’intero capitolo serve al prete per compiere un personale cammino di crescita verso l’accettazione e il perdono. Altro punto a favore della serie la sua attinenza con l’attualità: non mancheranno, infatti, nel corso della stagione storie di bullismo e di violenza di genere. Una finestra sul nostro mondo che, però, non dimentica mai la leggerezza.