Domenica 1 Settembre 2024

Dior libera la donna. Saint Laurent a tutto nude look

di Eva Desiderio PARIGI Partono i nove lunghissimi giorni della moda parigina per il pret-à-porter femminile dell’inverno 2024-2025 ed è già subito...

di Eva Desiderio

PARIGI

Partono i nove lunghissimi giorni della moda parigina per il pret-à-porter femminile dell’inverno 2024-2025 ed è già subito un bel confronto di proposte tra i principali protagonisti del mondo del lusso: Dior, con il tocco magico della direttrice creativa Maria Grazia Chiuri, e Saint Laurent con la bravura di Anthony Vaccarello impegnato a rilanciare l’etichetta del grande Yves. Da una parte il Gruppo LVMH di Bérnard Arnault (che arriva con la scorta sotto il tendone delle Tuilerie) e dall’altra il Gruppo Kering col presidente e Ceo Francois-Henri Pinault. Subito si capisce che i livelli di creatività e produzione sono altissimi e ricchi di ricercatezza e qualità, idee (Saint Laurent) e di una collezione completa, perfetta e desiderabile come nessun’altra (Dior).

Maria Grazia Chiuri ci porta ancora una volta nel cuore dell’universo creativo al femminile con le sculture in canna dell’artista indiana Sahkuntala Kulkarni che riempiono l’immenso spazio del defilè: opere che riflettono il rapporto tra il corpo femminile e gli spazi della vita, come guerriere imprigionate dalle forme. Un gioco prospettico intorno al quale si muovono le modelle con una collezione ispirata a Miss Dior la linea più giovane (di età e di sentimenti) lanciata nel 1967 da Marc Bohan per trent’anni a capo degli atelier di Dior.

"Il riferimento dello show è la designer Gabriella Crespi – racconta Chiuri, molto applaudita a fine sfilata – per anni vicina e musa ispiratrice di Bohan che, arrivato da Dior in un momento di grande cambiamento anche nella società, ne ha colto l’essenza. E’ stato un innovatore e l’ho capito meglio con questa collezione e guardando gli archivi con le sue linee. Di qui l’invenzione di Miss Dior, un prodotto industrializzato, ma con la stessa forza dell’haute couture. Miss Dior nasce per vestire le figlie delle clienti del nostro atelier, che non avevano la pazienza di aspettare i tempi della couture".

In passerella ora ci sono tanto beige, bianco, nero e blu, poche fantasie se non geometrice, e quelle scritte a mo’ di graffiti che Bohan metteva sui foulard Dior e che ora Madame Chiuri mette su tailleur, gonne e trench come a segnare un territorio corporale e ideale. "Ho sempre amato i foulard e le donne che li indossano perché sono protettivi e decorativi solo con un gesto. Ma non ne ho messo nemmeno uno in passerella, sono bandiere che ognuna di noi possiede e ama e sono liberatori", racconta Maria Grazia. Libertà che arriva dalla collezione per il prossimo inverno ricca di scarpe in vernice nera e piccole borchie d’oro, di tailleur ad astuccio chiusi da otto bottoni, gonne a pieghe, trench come abbracci, parka blu stra-chic, la scritta Miss Dior sul cappotto grigio più rigoroso. Un Dior che si fa raffinatissimo la sera con mise che fanno ricordare la grazie di Jackie Kennedy,

Tutto un altro mondo da Saint Laurent con Anthony Vaccarello che stavolta pensa solo all’idea forte che la passerella può lanciare: quella delle donne libere di mostrare il proprio corpo. Nel 1967 anno del primo nude look (camicetta di mussola sotto lo smoking) di Yves che da martedì sera rivive nell’immaginario collettivo. Geniale Vaccarello che con Francesca Bellettini, Ceo di Saint Laurent, forma una coppia perfetta tra idee e managerialità, moda e business. La collezione nasce solo per un giorno, per una notte, perché abiti, gonne e camicette sono di calze velate, fragili e trasparenti. Il corpo esposto ma mai volgare, anzi quasi a sublimare la grazia delle modelle coi seni appena coperti dalle calze, con drappeggi ad arte. Nessun accessorio gridato tanto che le borse Saint Laurent che sono le più vendute e desiderate sono come scomparse e non si vedono.

Un mix tra fragilità femminile e forza di mostrare al mondo il proprio corpo in libertà. "Mi piace l’idea che i vestiti possano scomparire dopo la sfilata e si possano smagliare ad uno sguardo e questo lo trovo moderno – afferma il designer mentre saluta come Catherine Deneuve, Jarry Hall, Kate Moss, Carla Bruni, Eva Herzigova, Zoe Kravitz, Linda Evangelista – e quando ho cominciato questo lavoro non sapevo nulla della mostra sul ’Nude Look’ in corso alla Fondazione Yves Saint Laurent-Pierre Bergè. Ma mi sono ispirato alla collezione Scandale del 1971, provando a fare una riflessione sul tempo e le scelte delle donne oggi".