Lunedì 29 Aprile 2024

‘One Love’, il biopic sul leggendario Bob Marley, al cinema dal 22 febbraio

Il racconto del film si concentra in particolare sugli anni trascorsi dalla star del reggae a Londra

'One Love': il biopic su Bob Marley

'One Love': il biopic su Bob Marley

Un faro di speranza nell’ombra di una nazione spaccata a metà. Viene rappresentato come una sorta di messaggero di pace Bob Marley in ‘One Love’, il biopic dedicato al leggendario cantautore giamaicano. Il film arriva nelle sale italiane il 22 febbraio, ed è diretto da Reinaldo Marcus Green, noto per ‘Monsters and Men’ del 2018. A interpretare l’icona per eccellenza della musica reggae è Kingsley Ben-Adir. Non è la prima volta in cui l’attore inglese si cimenta con il mondo della musica, avendo già recitato nella serie remake del cult ‘Alta fedeltà’. Nel ruolo di Rita – la moglie di Marley – l’attrice Lashana Lynch, famosa per i film legati all’universo Marvel. Il film racconta in particolare gli anni che vanno dal 1976 al 1978, in cui Marley è costretto a rifugiarsi a Londra, dopo aver rischiato la vita in un attentato di matrice politica. Il clima in Giamaica in quegli anni è teso, a causa della fragile alternanza democratica tra i due principali partiti, il Pnp e il Jlp. Nel mezzo anche qualche flashback relativo all’infanzia e all’adolescenza di Marley, spaziando dalla musica alla politica fino al calcio, grande passione del musicista. Proprio la Londra di quel biennio è il fiore all’occhiello del film. Sono gli anni della nascita del punk, della rottura totale con le regole imposte dalla società. In una città tanto diversa quanto di ispirazione, Bob Marley e i suoi Wailers registrano il fortunatissimo album ‘Exodus’, che include classici come ‘One love’, ‘Jamming’, ‘Three little birds’ e ‘Waiting in vain’. Marley torna in Giamaica alla fine del film, quando si esibisce a Kingston nello storico One love peace concert. Per l’occasione i principali leader politici si uniscono ai leader delle gang rivali per mandare un messaggio di pace, stringendosi in un abbraccio assieme allo stesso Marley. Il concerto si chiude sulle note di una bellissima versione di ‘Redemption song’. Nel film, infatti, le voci cantate sono tratte dalle registrazioni originali dello stesso Bob Marley. Nella sua prima settimana di programmazione negli Stati Uniti il film ha ottenuto il maggior numero di incassi, con quasi il doppio dei guadagni di ‘Madame web’, film di supereroi legato al mondo di Spiderman. Come tutti i biopic, il film è costruito in maniera romanzata, senza esplorare le ombre del protagonista o il contesto in cui è inserito con la dovuta attenzione. Per un personaggio come Bob Marley, che più che un semplice musicista è stato l’ancora di salvezza di un popolo allo sbando, sarebbe stata più indicata la forma del documentario. Per esempio, la religione del Rastafarianesimo – che proprio grazie a Marley ha raccolto diversi proseliti – viene solo accennata. Il film, il primo a ottenere l’autorizzazione dei tantissimi eredi dell’artista, non è però da buttare. Vale la pena andarla a vedere per la grande performance di Ben-Adir, ma soprattutto la possibilità di riscoprire, seppur in superficie, un’artista inimitabile e leggendario.

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