Firenze, 26 settembre 2024 – “Siamo a un punto di svolta, l’animazione italiana ha dimostrato di avere le carte da giocarsi nel confronto internazionale, ma a questo punto abbiamo bisogno che le istituzioni credano in noi e ci sostengano per aiutare le nostre aziende a crescere in maniera solida e duratura”. Maria Carolina Terzi, presidente di Cartoon Italia (l’associazione dei produttori di animazione), non nasconde la soddisfazione per il successo della presenza italiana al Cartoon Forum di Tolosa, dove per la prima volta il made in Italy dei cartoni animati è stato ospite d’onore.
Il bilancio italiano è decisamente buono: ci sono stati buoni riscontri per i cinque progetti di animazione presentati dai nostri produttori, una delegazione di 33 aziende e oltre 100 professionisti del settore, un premio speciale a Luca Milano (direttore di Rai Kids, storico partecipante a questi eventi), "Movimenti” (che realizza le serie di Zerocalcare) candidata al premio come miglior produttore, incontri e contatti importanti con le emittenti tv e le società europee.
Il Cartoon Forum, diretto da Annick Maes, è l’appuntamento con i progetti europei di animazione organizzato dall’associazione “Cartoon”, con il sostegno del programma Europa Creativa Media dell’Unione Europea.
"Credo che questa vetrina internazionale sia molto importante e la più efficace che c’’è. L’invito all’Italia è arrivato nel momento giusto – dice Anne Sophie Vanhollebeke, ex presidente di Cartoon Italia – perché in questi ultimi tre anni la nostra animazione è cresciuta tantissimo ed è stato un bel modo per far vedere a produttori, emittenti tv e investitori europei”.
Dunque, un settore in crescita, ma che, senza assistenzialismo, chiede un sostegno al governo, più precisamente di adottare anche per le piattaforme e le emittenti tv private l’obbligo di una quota del fatturato dedicata alle produzioni italiane di animazione. In realtà si tratta di una sottoquota (all’interno di una più ampia relativa alle produzioni europee), già adottata dalla Rai e pari, all’incirca, al 5% rispetto a quella sulle produzioni europee. “Questo è l’unico modo per sostenere la crescita del settore in modo che anche piattaforme e tv private investano sul territorio”, dicono Terzi e Vanhollebeke.