
Celine Dion
Roma, 12 giugno 2024 – Celine Dion torna a parlare della malattia che la affligge ormai da 17 anni – la sindrome della persona rigida – e che le causa rigidità muscolare e spasmi talmente forti da “spaccarle le costole”. In un’esclusiva a People ha raccontato del suo abuso di Valium, uno psicofarmaco con proprietà ansiolitiche, anticonvulsanti, sedative e miorilassanti.
Inizialmente, la cantante ha cercato di affrontare la malattia con docce a vapore e farmaci da banco, rimedi rivelatisi però inutili. Da lì la prescrizione del potente ansiolitico, che avrebbe dovuto attenuare gli spasmi che le impedivano persino di respirare.
"Abbiamo iniziato con due milligrammi per vedere se aiutava, poi due e mezzo, poi tre, quindici e cinquanta”, ha raccontato Dion. Mano a mano che il suo organismo si abituava al Valium, gli effetti divenivano sempre meno duraturi. Ed ecco sopraggiungere l’abuso: l’artista assumeva fino a 90 milligrammi di medicinale, così da avere energia sufficiente per esibirsi.
Tale dose è tuttavia potenzialmente fatale. “Non ho messo in discussione il livello perché non sono esperta di medicina – ha spiegato Dion – Non capivo che sarei potuta andare a letto e smettere di respirare”. La cantante non ha raccontato maggiori dettagli, ma ha assicurato di “aver imparato dai propri errori”, e di essere “molto felice e fortunata” di poter condividere quanto appreso.
Nonostante soffrisse di spasmi da quasi due decenni, la diagnosi di sindrome della persona rigida è arrivata solamente nel 2022, cosa che però le ha permesso di adottare trattamenti adeguati. Per cinque giorni a settimana, Dion deve assumere medicinali e sottoporsi a immunoterapia, terapia vocale e riabilitazione fisica intensa. Ma l’artista ha assicurato di “amare queste cose”.
Celine Dion ricorda il primo segno della malattia, durante una tappa di un suo tour in Germania: “Stavo facendo colazione e ho iniziato a sentire uno spasmo. Il mio esercizio vocale non ha fatto che peggiorarlo”. La sindrome della persona rigida colpisce due persone ogni 100mila: non ha cure né un trattamento ufficiale.