Giovedì 16 Maggio 2024
STEFANO MARCHETTI
Magazine

Belle e possibili, il coraggio d’essere dive

Una mostra a Londra celebra le donne che hanno saputo prendere la scena. Dalle pioniere di fine ’800 alla “fluidità“ contemporanea

Belle e possibili, il coraggio d’essere dive

Belle e possibili, il coraggio d’essere dive

di Stefano Marchetti

Anche le paillettes ‘parlano’, anche i fruscii del taffetà e i ricami preziosi su tiare di velluto. Quando parliamo di una ‘diva’, pensiamo quasi sempre a una primadonna volubile e capricciosa, signora di un olimpo inaccessibile. Ma – se proviamo a cambiare punto di vista – ecco che la diva è la donna che vuole affermare la sua personalità in un mondo complicato e lo fa anche attraverso la potenza della sua immagine, perché "quando un uomo esprime una sua opinione, è un uomo: quando lo fa una donna, è soltanto una p***", notava con tagliente amarezza Bette Davis, la prima donna a diventare presidente dell’Academy che assegna gli Oscar.

Già allora, essere diva esprimeva il desiderio di avere voce in capitolo: oggi più che mai, significa mettere la propria fama al servizio di cause sociali o ambientali, dal femminismo alla lotta per i diritti. "E noi qui vogliamo proprio raccontare la storia di performer iconiche che con la loro creatività, il loro coraggio e la loro ambizione hanno sfidato lo status quo", spiega Kate Bailey, curatrice di Diva, la mostra dell’anno a Londra. Fino al 7 aprile 2024, al Victoria & Albert Museum, 60 straordinari abiti e costumi di scena con 250 oggetti – dagli accessori pregiati alle fotografie scattate sui set – ridefiniscono la figura della diva, "e la sua abilità a trasformarsi", aggiunge la curatrice.

Fu il poeta francese Théophile Gautier, grande ammiratore di Carlotta Grisi, stella romantica della danza della prima metà dell’800, a coniare il termine ‘diva’ per designare un’artista di bravura e fascino quasi soprannaturali.

E la mostra (che si visita con speciali auricolari immersivi) è suddivisa in due atti, proprio come uno spettacolo: il primo è dedicato alle pioniere del bel canto come Adelina Patti, soprano di radici italiane del secondo ‘800, celeberrima in Gran Bretagna, e alle signore del palcoscenico e del grande schermo, da Sarah Bernhardt a Vivien Leigh o Marilyn Monroe, mentre il ‘secondo tempo’ ci conduce fino alla contemporaneità dove le celebrità – da Aretha Franklin a Nina Simone fino a Lady Gaga – si sono fatte anche portatrici di istanze civili.

Molte dive hanno dovuto lottare per affermarsi ed emanciparsi in uno star system ancora al maschile, altre (pensiamo a Grace Jones o Annie Lennox) hanno abbattuto gli steccati delle rappresentazioni tradizionali e dei pregiudizi. Oggi il termine ‘diva’ – come tutta la società – è sempre più fluido: è ‘diva’ anche Elton John che per il suo 50° compleanno ha indossato un look da Re Sole, con tanto di parrucca troneggiante e strascico, disegnato dalla costumista Sandy Powell; è stato ‘diva’ pure Prince con le sue scarpe New Romantic, è ‘diva’ RuPaul, ammirata drag queen.

Certo, come ha annotato anche il New York Times, ‘diva’ rimane un concetto controverso "che non ha mai perso le sue implicazioni di cattivo comportamento, sregolatezza e arroganza". "Ma io credo che ‘diva’ voglia significare il potere della voce e la capacità di combattere perché la tua voce venga ascoltata", ribadisce la grande Shirley Bassey, presente in mostra con l’abito rosa couture disegnato per lei da Julien MacDonald nel 2007.

Fra le perle dell’esposizione, ecco il costume di Norma indossato da Maria Callas alla Royal Opera House nel 1952, e il prezioso abito di chiffon tempestato di strass dell’indimenticabile Jessye Norman o il vestitino con frange – ormai iconico – della sbarazzina Marilyn in A qualcuno piace caldo, e le vesti di due storiche Cleopatra, Theda Bara (che nel 1917 interpretò la regina d’Egitto in un film andato perduto) e Liz Taylor. E poi il ‘Flame dress’, l’abito fiammeggiante che il visionario Bob Mackie creò per Tina Turner nel 1977, e le mise esuberanti di Cher o di Rihanna al Met Gala: tutt’altra cosa rispetto al rigoroso tubino nero di Edith Piaf, affiancato da spazzola e beauty case. Ogni tempo ha la sua diva, ma le dive sanno ‘ascoltare’ i tempi. E anche cambiarli.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro