Venerdì 10 Maggio 2024

Batistuta a Roma per il film su di lui. "Il calcio? Mai divertito, ero un impiegato"

'El numero nueve' racconta la carriera di Batigol. L'ex bomber argentino su Totti: "Non sapeva che oltre il pallone c'è altro"

Gabriel Omar Batistuta (Germogli)

Gabriel Omar Batistuta (Germogli)

Roma, 23 ottobre 2019 -  Torna a parlare Gabriel Batistuta, indimenticato bomber argentino che in Italia ha vestito le maglie di Fiorentina, Roma e Inter. Non è in Italia per il calcio, bensì come ospite alla Festa del cinema di Roma dove stasera viene presentato - nella sezione autonoma e parallela - il film-documentario sulla sua carriera, 'El numero nueve' di Pablo Benedetti. Un'occasione, comunque, per rispondere a qualche domanda sulla Serie A, sui campioni di oggi e di ieri.

Batistuta su Totti

A cominciare da Francesco Totti, ex compagno di squadra di Batigol. "Il suo addio al calcio è stato drammatico che perché lui si sentiva un giocatore valido e, dopo 25 anni sui campi, non riusciva a immaginare una vita senza il pallone", dice il ragazzo di Avellaneda, oggi 50enne. "Credo Francesco capirà, come ho fatto io chce c'è una vita fuori dal calcio".

Batistuta, poco dopo l'addio al calcio, è stato vittima di un problema alle caviglie che gli ha impedito addirittura di camminare. La leggenda della Fiorentina in diverse intervista ha confessato di aver passato momenti terribili tanto da arrivare a chidere ai medici, in preda alla disperazione, l'amputazione delle gambe. Ora la situazione è migliorata, ma Gabriel combatte ancora per recuperare la funzionalità di quelle caviglie martoriate dalla attività agonistica. 

Gabriel e il calcio

"Per me il calcio non è mai stato divertimento... forse solo in allenamento", racconta ancora il bomber argentino. "Quando scendevo in campo sentivo la responsabilità di avere davanti tanti tifosi che avevano pagato il biglietto e non potevo non fare il mio dovere e cercare di segnare", aggiunge.

E su quel gol importante segnato alla 'sua' Fiorentina, a cui seguirono le lacrime: "Cosa c'è di strano? Io sono un professionista e come tale mi sono sempre comportato. Ero pagato dalla Roma, ero un impiegato e dovevo rispondere come un impiegato qualsiasi al mio datore di lavoro".

A Batigol non è mai mancata l'umiltà. "Ho passato metà della mia vita a imparare dagli altri, dai miei compagni più grandi, a lavorare sodo per raggiungerli - racconta - perché se non sei un talento assoluto Messi, Cristiano Ronaldo o Maradona devi lavorare duramente per riuscire". E sul calcio di oggi, il pensiero è netto: "Non mi piace più perché tutto è diventato business. Non ti dicono più le cose in faccia e quindi non è un ambiente per me. Io non ci sto"

Sulla Serie A

Batistua non si tira indietro quando gli chiedono un commento sulla stagione della Fiorentina. "Nessuno si aspettava che Ribery facesse così bene - dice -. Io metterei lui e Chiesa con un centravanti, spesso le loro giocate finiscono solo in belle azioni. Mi sembra che Montella stia lavorando bene".

Per quanto riguarda la lotta scudetto: "Qualunque squadra può vincerlo. Il Napoli quando è arrivato Maradona non aveva vinto niente, lui ci ha creduto e lo hanno vinto. Bisogna crederci e lavorarci sopra. Un po' come nella vita di tutti i giorni, niente è impossibile. Non è che la Juve vince perché è la Juve. No, la Juventus vince perché ci lavora sopra: ha vinto dieci campionati e ne vuole vincere venti. Così possono fare la Fiorentina, il Napoli, il Bologna e la Roma".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro