Sabato 15 Giugno 2024
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Arriva nelle sale ‘L’arte della gioia’ con la regia di Valeria Golino

Prodotto da Sky Studios, la pellicola è tratta dal romanzo di Goliarda Sapienza

Valeria Golino al Festival di Cannes (Ansa)

Valeria Golino al Festival di Cannes (Ansa)

“L’arte della gioia” è pronta a sbarcare nelle sale cinematografiche divisa in due parti, una prevista il 30 maggio 2024 e l’altra dal 13 giugno prossimo. Si tratta di una serie tv Sky Original già presentata in anteprima a Cannes e con la regia di Valeria Golino. Il progetto è prodotto da Sky Studios e da Viola Prestieri per HT Film ed è tratto e adattato dall’omonimo romanzo postumo di Goliarda Sapienza (edito da Einaudi). “Sono felice di tornare al Festival di Cannes con una masterclass e di poter presentare in anteprima il primo episodio del mio ultimo lavoro, il Festival di Cannes mi ha sempre sostenuta nel mio percorso da regista e sono orgogliosa che il viaggio de L’arte della gioia cominci proprio qui” ha dichiarato l’attrice e regista, poco prima della proiezione della prima parte della sua opera. A seguire tutte le informazioni e anticipazioni su “L’arte della gioia”.  

L’arte della gioia, anticipazioni sulla serie Sky Original: cast e trama

In attesa di poterlo vedere sul piccolo schermo, la serie uscirà al cinema in due parti. Alla regia, come già anticipato, troviamo Valeria Golino che, nel suo curriculum, ha già diretto altre due pellicole, "Miele" ed "Euforia". Il cast è ricco di volti noti al pubblico, a partire dalla protagonista, Tecla Insolia (la protagonista di “La bambina che non voleva cantare”) nei panni della giovanissima Modesta, protagonista spregiudicata, sensuale e coraggiosa. Accanto a lei troveremo anche Jasmine Trinca (recentemente Ferzan Ozpetek l’aveva scelta per il film “La Dea Fortuna”, accanto a Stefano Accorsi), la madre superiore del convento in cui Modesta sarà accolto e vivrà, fin da bambina. Citiamo anche Alma Noce che veste i panni di Beatrice, la più giovane della famiglia Brandiforti, guidata dalla principessa Gaia, interpretata da Valeria Bruni Tedeschi, poi Guido Caprino (presente nelle fiction Sky 1992, 1993 e 1994). Giuseppe Spata, l’autista della famiglia Brandiforti e Giovanni Bagnasco con il ruolo di Ippolito, figlio di Gaia e unico vero erede della dinasti Brandiforti. La storia ne “L’arte della gioia” è incentrata sulla figura di Modesta, dall’infanzia fino all’età matura. Nasce inizialmente in un contesto di povertà e, da ragazzina, viene mandata in un convento. Da lì poi si sposta in una casa di ricchi nobili. Aiutata e sostenuta dal suo talento e dalla sua intelligenza, riesce a convertirsi in aristocratica attraverso un matrimonio di convenienza. Nel corso della sua vita, la seduzione è un elemento fondamentale e irrinunciabile. Continua a cercare di conquistare sia uomini che donne, ribaltando completamente le regole che non vuole seguire ma, anzi, sovvertire il più possibile. La sua figura ha diverse sfaccettature e sfumature, passando dall’essere un’amica generosa a un' amante sensuale e provocante. Vuole sfidare la cultura dei tempi, dalle radici fortemente patriarcali, pur di ottenere il puro piacere e l’appagamento personale e individuale. Al centro delle vicende, si analizzano numerose tematiche e, soprattutto, si passa da un contesto erotico a un racconto sociale e politico, proprio grazie alla caratterizzazione di un personaggio che vive agli inizi del Novecento e che vuole soverchiare la tranquilla esistenza che le va stretta. All’interno del convento dove viene ospitata, Modesta diventa la protetta della Madre Superiora (ruolo, come già citato, interpretato da Jasmine Trinca). Il destino, manipolato e guidato dai desideri e della mire della protagonista, la guidano nella villa della Principessa Brandiforti (Valeria Bruni Tedeschi). Lì, in breve tempo, inizierà a risultare indispensabile, ottenendo sempre più potere nel palazzo. Come intuibile dal titolo, Modesta non vuole una vita segnata o banale ed è disposta a tutto pur di ottenere il piacere, la gioia, diritti ai quali non vuole rinunciare ma conquistare, passo dopo passo. Una vera e propria ribellione che spesso la porta anche a oltrepassare i labili confini tra quello che è lecito e ciò che viene considerato, invece, illecito.

Il romanzo “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza: chi è l’autrice

Il progetto di Valeria Golino è tratto e riadattato dall’omonimo romanzo di Goliarda Sapienza, “L’arte della gioia”. La scrittrice è nata nel 1924 ed è scomparsa nel 1996. Autrice e attrice di origine catanese, fin da giovanissima, la ragazza cresce con genitori che avevano avuto figli da precedenti unioni ed erano interessati a lottare per un mondo diverso e migliore, rispetto all’idea del ruolo canonico di madre e padre. Rifiuta di avvicinarsi al mondo della Chiesa o ad una corrente politica particolare. Nel corso della sua esistenza ha amato sia donne che uomini, sempre seguendo la sua massima aspirazione di libertà, a 360 gradi. Fiera e ribelle per il periodo storico nel quale era nata, Goliarda ha avuto sicuramente una vita non semplice. Nella sua esistenza ha tentato per ben due volte il suicidio ed è stata rinchiusa in manicomio dove ha subito anche l’elettroshock. Il padre la volle attrice e lei seguì quel sentiero scrivendo anche le sceneggiature per i suoi film, in collaborazione con Citto Maselli che è stato anche il suo compagno di vita. Nel 1980 trascorre anche 5 giorni in un carcere dopo aver venduto al banco dei pegni dei gioielli rubati ad un'amica. In quegli anni scrisse anche due sue opere, "L'università di Rebibbia" e "Le certezze del dubbio". Gli intellettuali di quel periodo non la considerano e non le attribuiscono il meritato riconoscimento nonostante le opere convincenti scritte. Addirittura, durante la sua permanenza in prigione, scrive nero su bianco di quanto si sia trovata, per assurdo, più accettata in quel contesto: "Sono tornata a vivere in una piccola comunità dove le proprie azioni vengono seguite, e approvate quando giuste, insomma, riconosciute”. “L’arte della gioia” è il romanzo più noto della sua carriera ma è stato pubblicato postumo, nel 1998, due anni dopo la morte della sua autrice. Fu dato alle stampe suddiviso in quattro parti e solo la prima venne rilasciata quando Goliarda Sapienza era ancora viva. Per diverso tempo, il libro venne anche rifiutato da diverse case editrici italiane. Solo dopo il successo ottenuto all’estero, il romanzo venne ristampato anche nel nostro Paese, fino all’interessamento di Valeria Golino e alla sua decisione di portarlo in scena per il grande e piccolo schermo, con una produzione Sky.