Martedì 30 Aprile 2024

Come allenare la creatività: cambiare punto di vista e usare le emozioni

La scienza spiega che la creatività può essere allenata, basta praticare il metodo della rivalutazione emotiva di fronte alle situazioni

Come allenare il pensiero creativo

Come allenare il pensiero creativo

Chi pensa in modo convenzionale può diventare più creativo se riesce a guardare le situazioni emotive sotto una luce diversa. E a usare le emozioni negative, invece che sopprimerle. Lo spiega uno studio condotto dalla Washington State University in collaborazione con l’Università della California Irvine, i cui ricercatori hanno scoperto che le persone dal un basso livello di apertura verso nuove idee ed esperienze, dopo un processo di 'rivalutazione emotiva' (che aiuta a vedere una situazione attraverso un'altra lente emotiva, ad esempio cercando di vedere un evento che provoca rabbia come un evento neutro o di speranza), cambiano marcia e riescono a proporre idee più creative rispetto agli altri.

Allenare la creatività

Lo studio, pubblicato sulla rivista Organizational Behavior and Human Decision Processes, indica in sostanza che la creatività può essere allenata. E che anche quella che viene definita una ‘mentalità da ragioniere’ può trasformarsi in una ‘mentalità creativa’. I ricercatori hanno voluto provare a dimostrare appunto che la creatività non è qualcosa di accessibile solo a certe persone. L'autrice principale Lily Zhu spiega che "Ogni volta che ci allontaniamo dalla nostra prospettiva esistente e cerchiamo di pensare a qualcosa di diverso dalla nostra reazione iniziale, c'è un elemento creativo. Se possiamo esercitarci o allenare questo muscolo del pensiero flessibile, possiamo essere più creativi nel tempo".

Cambiare prospettiva apre la mente

I team americani hanno condotto un sondaggio e due esperimenti simili con tre diversi gruppi di persone. In un esperimento, ai partecipanti è stata mostrata una scena di un film progettata per suscitare rabbia, a cui dovevano reagire, per poi proporre un'idea per utilizzare uno spazio di un edificio lasciato libero. Nell’altro esperimento, un altro gruppo di volontari doveva scrivere di un'esperienza che li aveva fatti arrabbiare, per poi riscriverne da una prospettiva emotiva diversa. La prima cosa emersa è che le persone che tendono a essere più creative, quelle ai primi posti nell'apertura a nuove idee, tendevano anche a praticare regolarmente la rivalutazione emotiva. Ma i risultati mostrano anche che, in entrambi gli esperimenti, le persone dal pensiero convenzionale che hanno provato a rivalutare le emozioni hanno proposto idee più creative rispetto a chi ha messo in pratica la soppressione, la distrazione o nessuna strategia di regolazione emotiva.

Usare le emozioni negative per essere più creativi

Lo studio spiega anche che nei partecipanti già considerati creativi, la rivalutazione emotiva non sembra avere un grande effetto. Forse perché già la praticano ‘naturalmente’. L’esperimento americano è importante però per le implicazioni che ha nel miglioramento della produttività aziendale, sostengono i ricercatori: diventa possibile sfruttare le conoscenze e l'esperienza di un maggior numero di dipendenti incoraggiando la loro creatività. Anche di quelli che svolgono professioni convenzionali come la contabilità, la gestione delle assicurazioni o l'analisi dei dati. Da questo principio potrebbero nascere corsi di formazione per coltivare le capacità di pensiero creativo, mettendo le persone di fronte a crisi o sfide in cui esercitarsi a rivalutare le emozioni, invece di reprimerle. "Le emozioni negative sono inevitabili sul posto di lavoro", continua Zhu, " La domanda è: come possiamo affrontarle meglio in modo produttivo e sano? Parte delle implicazioni di questo studio è che possiamo usare le emozioni negative nella nostra vita quotidiana come opportunità per praticare il pensiero flessibile".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro