Domenica 28 Aprile 2024

Alessandro Magno sepolto vivo, conferme sulla morte

Nuove ricerche corroborano la tesi del decesso apparente causato da un batterio

Celebre ritratto di Alessandro Magno al Museo archeologico di Napoli

Celebre ritratto di Alessandro Magno al Museo archeologico di Napoli

Roma, 8 aprile 2019 - Una fine ingloriosa per uno dei condottieri più importanti della storia. Un nuovo studio avrebbe, con ragionevole probabilità, rivelato le cause della morte di Alessandro Magno, ipotizzando come il generale macedone sarebbe stato addirittura sepolto vivo. Pare che Alessandro Magno, le cui imprese ci sono tramandate da fonti letterarie (storici greci e romani) e da fonti archeologiche (soprattutto i resti delle imponenti città che fece costruire fino alla valle dell’Indo), non sia morto per un omicidio o per abuso di alcol, come invece si era ipotizzato in precedenza.

Recenti ricerche, condotte dalla canadese Katherine Hall, docente della Dunedin School of Medicine di Otago, in Nuova Zelanda, anticipate nei mesi scorsi ma solo adesso confermate ufficialmente hanno stabilito che il sovrano fu colpito dalla sindrome di Guillain-Barrè, un raro disturbo, contro cui il sistema immunitario nulla può fare e che colpisce il sistema nervoso periferico. La malattia, dovuta a un’infezione intestinale del batterio Campylobacter pylori, si manifestò su Alessandro con estrema violenza: prima lo paralizzò, e gradualmente gli impedì di muoversi, parlare e, infine, respirare.

L’analisi delle forme di vita batteriologica nelle zone vicino alla confluenza tra il Tigri e l’Eufrate, dove sorgeva l’antica Babilonia (oggi in Iraq), luogo del decesso di Alessandro nel 323 a. C., ha mostrato ancora ai nostri tempi e a maggior ragione in antichità la forte presenza di quel tipo di batteri. Tutto sarebbe iniziato, secondo i ricercatori, dopo una notte brava, in cui il generale bevve quasi sei litri di vino, come dicono anche i suoi maggiori biografi (Arriano e Appiano). E il giorno dopo rincarò la dose, bevendo una quantità analoga di alcolici.

Dopo altre 24 ore, intensi spasmi addominali colpirono Alessandro ormai moribondo: costretto a letto, fu dichiarato morto dopo 11 giorni. Lo studio ha rivelato anche un altro inquietante particolare: il grande combattente sarebbe stato addirittura sepolto vivo. Dopo appunto 11 giorni – lo dicono sempre le opere storiche su Alessandro – i suoi respiri, infatti, sarebbero diventati così impercettibili da far pensare a un decesso. Un decesso, che però non c’era ancora stato: l’azione del batterio intestinale è letale, ma molto lenta e inizialmente causa morte apparente.

Questa ipotesi è supportata dal fatto che il corpo di Alessandro non mostrava segni di decomposizione nei giorni successivi alla morte: «Una cosa incredibile per i suoi soldati, che proprio in virtù di quelle dinamiche pensavano che Alessandro fosse un Dio. Alla luce della moderna biologia invece capiamo il perché: la tardiva decomposizione fu un effetto del batterio appena contratto e ingigantito dalle abbondanti bevute», spiegano i ricercatori neozelandesi.

Il sovrano macedone venne dunque inserito nel sarcofago a lui destinato prima del dovuto, a morte apparente, e poi preparato per la sepoltura, in una tomba sicuramente monumentale, che ad oggi non è stata ancora trovata e che tutti ritengono essere ad Alessandria.

Sulla figura di Alessandro Magno sono stati scritti centinaia di saggi e diversi romanzi storici: eletto re a soli 20 anni, a 32 aveva conquistato un impero che si estendeva dalla Grecia alla Persia, fino a comprendere parte della Valle dell’Indo (oggi tra Pakistan e India). Dopo la sua morte, l’impero venne suddiviso tra i suoi generali: solo con l’Impero romano verrà creato un regno esteso quanto quello macedone sotto Alessandro.

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