Sultanato dell'Oman, magiche atmosfere fra tradizione e modernità

Deserto, mare, oasi e siti archeologici immersi in un’atmosfera arabeggiante

di RAFFAELLA PARISI -
26 maggio 2024
Cammelli a caccia di acqua e refrigerio in Oman

Cammelli a caccia di acqua e refrigerio in Oman

Sfumature di colori, inebrianti profumi, atmosfera arabeggiante tra deserto, alte montagne, uadi pieni d'acqua, isole con acque cristalline, siti archeologici patrimonio dell'Unesco, musei ipertecnologici questo è il Sultanato dell'Oman.

Perché sceglierlo come meta turistica? Sicuro, pulito, ospitale, paesaggi suggestivi. Non è necessaria alcuna vaccinazione, gli ospedali sono presenti anche nei villaggi e il sistema sanitario è di ottima qualità. É il Paese più tollerante e pacifico della Penisola arabica ed è rimasto neutrale ai conflitti a differenza dei paesi confinanti. Si può circolare senza timori, il paese vanta un basso tasso di criminalità. La religione dominante è l'Islam, in particolare la corrente ibadita, dottrina basata sul pacifismo, la tolleranza nei confronti delle altre religioni e l'indulgenza.

Una commistione tra tradizioni antiche e modernità, grazie alla mentalità progressista del sultano Qaboos bin Said che nel 1970, dopo aver destituito il padre, ha garantito la stabilità al paese e ha costruito uno stato moderno beneficiando anche della scoperta del petrolio. Il sultano ha cambiato il nome dello Stato in Sultanato dell’Oman, ha creato una nuova bandiera nazionale, tre bande orizzontali, bianca simboleggia la pace e la prosperità, verde la fertilità e le montagne, il rosso la battaglia contro l'invasore straniero e una verticale rossa con lo stemma del paese. Il governo si è focalizzato sulla sanità, ogni villaggio è dotato di un ambulatorio, e l’educazione, l'accesso alle scuole è gratuito tanto che il livello di scolarizzazione supera l'80% della popolazione. La cultura dei giovani omaniti viene valorizzata finanziandone la formazione nelle università europee e americane, per poi inserirli nel tessuto lavorativo omanita.

Il sultanato ha sviluppato e diffuso il turismo, in particolare quello sostenibile per preservare la sua ricchezza naturale e culturale con iniziative per proteggere la fauna e la flora locali come i cinque Aflaj (al singolare “falaj”) dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco, sistemi di irrigazioni che sfruttano la pendenza per portare l’acqua nei campi tramite caratteristici canali aperti. Grande attenzione al restauro del ricco patrimonio architettonico ed archeologico, più di 1.000 forti, castelli e torri sono stati costruiti nel corso dei secoli in tutto il Sultanato di cui 500 sono ancora agibili o ristrutturati, come il forte Nahla, patrimonio mondiale dell’Unesco, i forti Nizwa, Jabreen, Jalili e Mirani. Grande sviluppo anche per i resort di lusso “non ostentato” come il Chedi Muscat e il Jumeirach Muscat Bay, entrambi nella capitale sul mare. Non si trovano costruzioni appariscenti, a differenza degli altri paesi del Golfo, non ci sono i grattacieli, per editto del Sultano, nessuna costruzione può superare i 91 metri di altezza del minareto della grande moschea.

Wadi Bani Khalid, Ash Sharqiyah
Wadi Bani Khalid, Ash Sharqiyah

Le tradizioni

Si comprende la perfetta simbiosi tra antichità e modernità solo immergendosi nella vita quotidiana del paese. Colpisce la grande pulizia delle città, definita La Svizzera d'Arabia e l' ospitalità degli omaniti che accolgono i turisti con il Kahwa, il loro caffè con cardamomo versato in fenjans, piccole tazzine senza manico, e gli immancabili datteri freschi di cui vi sono circa 250 varietà. Un rituale lento, gestuale, quello del caffè, seduti (mai in piedi!) viene versato, più volte, sino quando non si ondeggia il braccio per indicare stop. Un rituale ben preciso anche quando si mangia, mai seduti al tavolo, ma sempre in circolo a terra su un grande tappeto o cuscini ricamati (sia al ristorante che in famiglia) niente posate e si usa solo la mano destra.

Datteri
Datteri

Cibo in abbondanza, tra sapori occidentali ed orientali, tra i tipici piatti lo shuwa, agnello cotto dopo essere marinato con peperoni, spezie ed erbe aromatiche ed il riso biyrani, profumato con zafferano accompagnato da carne di agnello, montone, pollo o pesce e anche cammello. I ritmi di vita sono tranquilli, mai frettolosi e lo si nota quando le persone si incontrano il loro saluto è piuttosto lungo è quello che si definisce un salamelecco.

Gli abiti omaniti

Il paese mantiene vive le tradizioni soprattutto nell’abbigliamento, a differenza degli paesi confinanti più propensi ai costumi occidentali, l'uomo indossa la lunga tunica senza collo, pensata per proteggere dal calore, il disdasha, stirato in modo impeccabile, di solito bianca, ma anche altri colori come il marrone e il nero, il capo è coperto dal kumah, una papalina con ricami colorati proveniente da Zanzibar o da un turbante, mussar, una stoffa quadrata in kashmir. Un accessorio sempre presente nelle occasioni formali è il tradizionale pugnale, Khanjar, nel suo prezioso fodero in lega d’argento, con decorazioni, con forma ricurva differente da ogni altra parte del Golfo. L'abito femminile è molto colorato, composto da un pantalone e da una tunica larga e lunga ricamata, ma spesso si incrociano donne con l’ abaya, con mantello nero a copertura degli abiti e l’hijab, tipico copricapo mussulmano. I sarwal, i pantaloni, di cotone o di seta e cotone, in numerosi modelli, si distinguono per i ricami in base alle regioni. Una curiosità, gli omaniti, nonostante la possibilità di usufruire di oltre 3000 km lambite da Mar Arabico e Oceano Indiano, non prendono il sole e non fanno il bagno nel mare, per loro l’acqua e la natura sono contemplazione. Le distanze del paese sono notevoli, uno tra gli itinerari più curioso è quello della sola regione della capitale Mascate alla scoperta dell’antica capitale Nizwa, i monti Al Hajar, le Wahiba Sands e un tuffo nelle acque cristalline delle isole Daymaniyat. Lungo il tragitto si rimane colpiti dalla luce del “rosso” delle rocce e dai colori del mare.

Muscat

Tappa nella capitale al museo nazionale, l'edificio culturale più importante del Sultanato dell'Oman, con esposizione tecnologica all'avanguardia per spiegare la storia del paese dagli albori al rinascimento omanita. È il primo museo del sultanato con un centro didattico completamento attrezzato. Fiore all'occhiello l'imponente Royal Opera House Muscat, inaugurato nel 2011 è l’unico teatro lirico dei paesi del Golfo, ispirato al teatro italiano del cinquecento, con direttore artistico il bresciano Umberto Fanni, è un centro d'arte per produzioni musicali, teatrali ed operistiche con preziosi materiali, avanzata tecnologia che permette un eccellente acustica. Parla italiano anche la Grande Moschea, con marmo bianco di Carrara, eretta nel secolo scorso in dono dal sultano Qaboos, al suo popolo per il 30 anniversario della sua ascesa al trono, circondata da un rigoglioso giardino, con una piazza quadra con una cupola centrale di 50 metri di altezza, cinque minareti simboleggianti i cinque pilastri dell'Islam, di cui il minareto più alto è l'edificio pIù alto dell'Oman, ospita sino a 20.000 fedeli. La sala di preghiera ospita il tappeto persiano, uno tra i più grande al mondo, fatto a mano in un unico pezzo di 70x 60 metri e un suntuoso lampadario di 14 metri di altezza composto da cristalli di Swarovski. La sala femminile è più piccola perché le donne non frequentano la moschea pregando nella propria casa. La moschea comprende le sale di abluzioni, l'aula magna, la biblioteca con più di 20000 volumi, il centro di informazioni islamico. Grande attenzione alla pulizia della moschea che viene effettuata ogni due ore e il marmo viene spesso lucidato. Una sosta nel vivace souq nell’antico quartiere di Mutrah alla ricerca di colorate e ricamate stoffe, pugnali, gioielli e spezie proposte con cordialità dai mercanti.

I resort

Resort The Chedi Muscat
Resort The Chedi Muscat

Per il pernottamento due prestigiosi resort Jumeirah Muscat Bay con ampie stanze con ogni comfort con vista sul mare, spiaggia bianca circondate dalle rocce, il ristorante è a guida dello chef catanese Claudio Dieli e The Chedi Muscat dall'atmosfera arabeggiante lussuosa, ma non assordante al centro di un'oasi circondata da giardini, con siepi molto curate, con percorsi d’ acqua simil aflaj, la hall a cupola ricorda le tende del deserto, sei ristoranti, una piscina di oltre 100 metri e una Spa con vista mare. Al The Chedi vige il silenzio e la tranquillità perché il vero lusso è trascorrere momenti di quiete.

La riserva naturale

Da Muscat si raggiungono le isole Damaniyat, lontane dai luoghi affollati, riserva naturale e protette dall'Unesco per la presenza di tartarughe marine e diversi tipi di barriere coralline. Le balene sono visibili vicino alla costa soprattutto nei mesi di febbraio e marzo, mentre i delfini si sono avvistati in qualsiasi periodo dell’anno.

Il castello di Jabreen

Dal mare all'archeologia con il castello di Jabreen, risalente al 1670, con una moltitudine di decorazioni e dipinti in stile, presieduto da un capo religioso Iman Bilarab che ha trasformato la struttura fortificata in uno dei centri culturali più ferventi del VXII e XVIII secolo. Il tempo si è fermato a Mistaf Al Abreen natura e silenzio in mezzo ad antiche case in terra battuta, palme da dattero e bananeti dove l'acqua è la protagonista. Durante la piacevole passeggiata alla scoperta dei giardini si sentono le voci di ragazzini che fanno il bagno in una vasca aflaj (facente parte del sistema di irrigazione) immersa nel verde,

Le montagne verdi

Anantara Al Jabal Al Akhdar Resort
Anantara Al Jabal Al Akhdar Resort

Si prosegue per la montagna a Jebel Akhder, la “montagna verde” la cui cima si trova a 3.020 m di altezza ed è la parte centrale più alta dei monti Hajar Sono le sue gole, i canyon e i giardini sospesi in terrazzi che gli fanno valere l’epiteto di “verde”con il pernottamento all'Anantara Al Jabal Al Akhdar Resort, uno dei resort di lusso più alti al mondo, incastonato tra le montagne a circa 2000 metri di altezza dove i motivi architettonici ripercorrono le antiche fortificazioni della regione, la piscina con vista panoramica ancora più apprezzata all'ora del tramonto. Una piacevole camminata lungo i giardini terrazzati attraverso gli “aflaj” con intorno coltivazione di alberi da frutto come melograni, albicocche, mandorli, per visitare i villaggi di Saiq, e Al Ain. L'atmosfera è inebriata dal profumo e dal color delle rose che sbocciano da marzo a maggio che vengono raccolte dagli abitanti dei villaggi che dai petali distillano la “attar” l'acqua di rosa omanita utilizzata sia in cucina che per aspergere gli ospiti in segno di benvenuto.

Nizwa

Il giorno successivo si prosegue per Nizwa, all'allora capitale, scelta come la migliore destinazione turistica del territorio arabo nel 2022, dove vi è un tradizionale souq, uno dei più antichi del paese, gestito da mercanti omaniti che offrono caffè e il halwa dolce gelatinoso di farina di grano, acqua di rose profumata aromatizzato con zafferano e cardamomo, ricetta tramandata di generazione in generazione. Sui bancali, oltre a spezie e datteri, numerosi e colorati oggetti, spicca la tradizione di raffinate manifatture. Ogni venerdì vi è il grande mercato di bestiame, uno spaccato di vita dei commercianti omaniti. Accanto il forte, il monumento più antico e più visitato dell'Oman. Il complesso è stato costruito dall' Iman Sultan bin Saif Malik Al-Yaribu alla fine dell' VII secolo, possiede la torre circolare progettato per resistere alle vibrazioni di 24 cannoni. più grande della penisola Arabica comprende diverse sale fra cui la Al- Barza, la sala delle riunioni pubbliche, le stanze per la famiglia dell'Iman e i depositi per i datteri, i portoni di attraversamento realizzati in legno dagli omaniti contengono decorazione ed iscrizioni molto affascinanti. In zona a Falaj Daris vi è l'aflay più grande del territorio, i canali grazie ai quali si assicura un'equa divisione dell'acqua. Ogni villaggio ha il suo falaj che facilita la coltivazione a terrazza e quindi lo sviluppo dell’agricoltura.

Il deserto in mongolfiera

Deserto dell'Oman
Deserto dell'Oman

Si prosegue per un altro paesaggio suggestivo a Shargiva Sands per essere piacevolmente avvolti dal pulviscolo sottile del deserto che si intensifica se si incontra una tempesta di sabbia. Tutti in silenzio ad attendere il tramonto. Per vivere un’esperienza davvero inconsueta nel lusso del deserto di Wahiba Sands si pernotta nel Desert Night Camps, uno dei migliori camping in stile beduino in un'ampia vallata circondata da dune di sabbia dorata. La mattina successiva altre luci, quelle dell’alba, con un giro in mongolfiera, organizzato dalla Royal Ballon, sulle sabbie mozzafiato di Sharqiya dove si vedono sabbie mobili che sembrano pennellate di un quadro. In lontananza dromedari ed impronte di gazzelle, lupo arabo e leopardo. Immagini di una giornata  indimenticabile.