Per secoli è stata considerata la
piccola Venezia, poi sono
arrivati gli americani, che l'hanno inserita fra le principali mete turistiche da non perdere quest'anno. E così
Chioggia, la piccola Venezia, è diventata grande. I suoi abitanti del resto lo sanno da prima che il
New York Times la scoprisse. Se il
leone sulla colonna di Vigo, emblema della rivalità con Venezia, è stato
sbeffeggiato come un gatto a causa delle sue minuscole dimensioni, loro rispondono che fu costruito così proprio a simbolo di sberleffo. Persino il leone della porta di Santa Maria è al rovescio!
Una città autentica
Se ponti, calle e canali ricordano la maestosa capitale della Serenissima, i chioggioti rivendicano la loro originalità e autenticità, riconoscibile dalle piazze, dal vociare nel grande mercato del giovedì, dai
pescherecci e tutte le attività legate al mondo della pesca, dal grande mercato ittico alla
pescheria al minuto in centro storico, dai ristoranti ai
bacari, luoghi di ritrovo dei pescatori per assaggiare i
famosi cicchetti. E a due passi, basta superare il ponte, c'è
Sottomarina col suo lido, o
Isola Verde dove andare al mare.
La città ha una p
ianta a forma di spina di pesce, attraversata da tre canali su cui si affacciano splendidi palazzi. “La città è stata
pensata in modo che le calli avessero sempre il sole – spiega il professor
Luciano Bellemo, storico custode della
torre dell'orologio, vero vanto di Chioggia -. L'inizio, Vigo, è col solstizio invernale, mentre la fine, alla porta di San Giovanni, è col solstizio estivo. Il centro è l'equinozio”. Il professore ricorda le origini antiche: già
Plinio il Vecchio, morto nell'eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo, parla del porto di
Brundulum e di
Fossa Clodia, ma il periodo di massimo splendore è nel1100, quando si costruisce la città del sale.
L'antica torre dell'orologio
Questa sì che la distingue da Venezia. Era una
torre d'avvistamento e anche un faro, utilizato in epoca napoleonica come
telegrafo ottico, ed è oggi uno dei monumenti più amati dai turisti americani: il museo della millenaria torre di
Sant'Andrea con
l'orologio più antico del mondo. Il primo documento è del
1385, autore dell'orologio
Jacopo Dondi, medico e farmacista, amico del
Petrarca, vincitore di un concorso autore di un astrario. In origine era sulla torre del civico palazzo pretorio, dopo la demolizione approdò qui. La macchina antica oggi fatta funzionare solo durante le visite a scopo illustrativo. Tra le curiosità, la sfera esterna dell'orologio, con una sola lancetta.
Il Cristo dei pescatori
Chioggia è la
città delle chiese: ce ne sono ovunque, molte notevoli come la
basilica di San Giacomo, la chiesa della
Santissima Trinità, la chiesa di
Santa Maria Assunta e quella dei
Filippini. Degni di nota il
Palazzo Renier e il
Museo diocesano, ma uno dei luoghi più amati dai suoi abitanti è il
santuario di San Domenico, un gioiellino barocco del Settecento famoso non solo per custodire due grandi opere, come il
San Paolo Stigmatizzato del Carpaccio e l'
Estasi di San Tommaso del Tintoretto, ma per un
misterioso crocifisso in legno in cui il viso di Cristo, a seconda del punto da cui lo si guarda, cambia espressione, dall'atroce sofferenza della morte all'estasi dell'ascesa in cielo. Un crocifisso di
grandi dimensioni (più di 4 metri d'altezza l'intera struttura) arrivato misteriosamente nella chiesa dei poveri e dei pescatori. Un mistero che dura da otto secoli. Gli studi che hanno accompagnato i restauri finanziati da un fondo americano ne hanno stabilito la datazione: XIII secolo e scuola gotico renana. La sua storia racconta di un crocifisso partito dalla Baviera, arrivato a Costantinopoli, dove rimase fino al 1453, quando durante l'assedio di Maometto II fu imbarcato dai monaci per evitarne la distruzione, fino a fermarsi nel suo viaggio per mare davanti all'isola di San Domenico. Oggetto di grande devozione, all'inizio fu portato in processione, oggi però non è più possibile se non a rischio di comprometterne l'integrità.
Il mercato ittico
Non si può visitare Chioggia senza fare un salto in quello che per flotta (280 pescherecci) è il
primo mercato ittico dell'Alto Adriatico. Qui arriva il pesce portato dalle barche nei box: cappesante, granseole, orate, branzini, seppie, sogliole, canocchie.Quando
suona la campana, qui partono le trattative: i commercianti si avvicinano al mediatore che fa da tramite coi pescatori, e
sussurrano la loro offerta economica direttamente al suo orecchio. L'asta si svolge due volte al giorno, alle 3.45 di notte e alle 15. Soprattutto quella notturna è diventata anche
un'attrazione turistica. Gestito da una partecipata del Comune, ha numeri importanti: 40 milioni di euro di fatturato e 11mila tonnellate di pesce. “Qui viene venduto il prodotto pescato in mare, in laguna o allevato - spiega il
direttore Emanuele Mazzaro -. Abbiamo una certificazione dell'Unione europea, transazioni centralizzate. Qui lavorano 800 persone”. Ma sono ben ottomila le aziende del distretto ittico Chioggia Rovigo. Colpito dal lockdown e dalla chiusura dei ristoranti, il settore aveva perso il 20 per cento, ma in dieci mesi ha quasi recuperato grazie a un rimbalzo del 12 per cento.
Gli eventi
Le più famose sono
“Le barufe in calle”, spettacolo itinerante per calli, rive e campielli ispirato alle “Baruffe chiozzotte “di
Carlo Goldoni, che quest'anno tornerà con tre tappe in agosto. A giugno invece c'è il
Palio della Marciliana, dove la città torna al Medioevo, e la gara con la balestra. I
balestrieri di Chioggia, molto considerati, venivano assunti dalla Repubblica di Venezia. In passato Chioggia ospitava anche la
corrida: dal 1250 al 1812 la piazza veniva chiusa e venivano fatti entrare i tori. Luglio invece è il mese della
sagra del pesce che occupa tutto il centro storico, mentre alla vigilia della Mostra del Cinema di Venezia, Chioggia ospita il mini festival cinematografico
Laguna Sud, diretto da Andrea Segre.
La cucina
Il pesce qui regna sovrano, dalle famose
“sarde en saor alla ciosota” fino alle
moleche (i granchi in muta), dall'
ostrica ciosota al famoso
"incovercià". "Un pesce prima cotto alla griglia e poi passato in una casseruola con pomodorini, capperi, aceto e vino e ben coperto”, spiega
Karen Boscolo del
ristorante El Gato, uno dei più famosi della città. Un'altra specialità è il bollito di pesce. Al ristorante
Ai Dogi, Raffele Poletto lo propone con 18 diverse specialità di pesce. In questo ristorante ha fatto il suo debutto l'
ostrica di Chioggia detta Clò, un'ostrica scura, alimentata dalle correnti natrali e affinata nelle acque interne di Ca' Romani. Più popolare l
'ostaria La Forcola, affacciata sul canale, dove affacciati sull'andirivieni dei pescherecci si possono gustare cozze e taglioni al nero di seppia.