Mercoledì 8 Maggio 2024

Venezuela, Guaidò: "Cambieremo il Paese". Maduro: "Grazie Roma"

L'autoproclamato presidente ha annunciato aiuti umanitari internazionali. Gli italiani di Caracas scrivono a Mattarella per riconoscimento di Guaidò. Maduro: "Assedio degli Usa", e ringrazia Roma. Pronti aerei per fuga. Società Emirati: "Comprato oro da Caracas"

Juan Guaidò oggi vicino a Caracas  (Ansa)

Juan Guaidò oggi vicino a Caracas (Ansa)

Caracas, 2 febbraio 2019 - Centinaia di migliaia i venezuelani sono scesi in piazza oggi a Caracas, e nei principali centri del Paese, per appoggiare  il presidente del Parlamento che ha assunto i poteri dell'Esecutivo, Juan Guaidò.

A Las Mercedes, a est di Caracas, c'è lo stesso Guaidò: "Oggi il Venezuela sorride, un sorriso che nasce dalla speranza che riusciremo a cambiare il paese". Ha detto il leader dell'opposizione parlando alla folla riunitasi per protestare contro il governo di Nicolas Maduro.  

Nel suo discorso, l'autoproclamatosi presidente ad interim, ha annunciato "Una coalizione internazionale per gli aiuti umanitari e la libertà del Venezuela", citando tre 3 siti di raccolta per gli aiuti umanitari: Cùcuta (in Colombia), poi uno in Brasile e un altro su un'isola dei Caraibi".

Rivolgendosi ai militari, il cui appoggio è fondamentale: "Tu, soldato, nelle tue mani avrai la decisione di permettere l'ingresso di questi aiuti. Il ruolo delle forze armate è di collocarsi al lato della Costituzione, è esercitare il tuo ruolo come soldato del Venezuela, far valere la sovranità e contribuire alla ricostruzione del paese". Concludendo: Maduro "è rimasto completamente solo".

ITALIANI A CARACAS: APPELLO A MATTARELLA - La comunità italiana in Venezuela ha scritto, e fatto leggere in piazza a Caracas, una lettera aperta indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere il riconoscimento di Juan Guaidò presidente. "Chiediamo al governo italiano, al presidente Sergio Mattarella, di aderire alle decisioni dell'Unione europea, riconoscendo Juan Guaidò presidente a interim del Venezuela", si legge nel testo.

DUE CORTEI - Il Venezuela oggi è sceso in piazza pro o contro Maduro. A Caracas in migliaia chiedevano la fine del regime di Nicolas Maduro, a favore del presidente autoproclamato Juan Guaidò. Ma in piazza anche chi manifestava per celebrare il ventesimo anniversario della rivoluzione bolivariana e ribadire il sostegno a Maduro. I pro Guaidò si sono riuniti in cinque punti dell'est della capitale e hanno iniziato a marciare verso la sede della rappresentanza dell'Unione Europea, nel quartiere di Las Mercedes, gridando "Libertà! Libertà! Libertà!" e usando come tamburi pentole o altri 'strumenti' di fortuna.

I sostenitori di Maduro, vestiti di rosso, si sono ritrovati al suono della salsa su Avenida Bolivar, nel centro della città, per celebrare l'anniversario della rivoluzione bolivariana. "Gringo fuori dalla mia patria", era scritto sugli striscioni di alcuni manifestanti. 

image

MADURO: ASSEDIO USA - "La fallita politica imperialista non è riuscita e non riuscirà a sottomettere la dignità del popolo venezuelano". Nicolas Maduro ha twittato così mentre centinaia di migliaia di persone, in tutto il paese, scendono in piazza per e contro di lui. Maduro denuncia "l'assedio del governo degli Stati Uniti".  "Nella Casa Bianca governa il Ku Klux Klan, solo che ora si sono tolti le maschere e possiamo vedere il loro viso orribile", ha attaccato Maduro, poi durante una manifestazione a Caracas, in occasione del 20esimo anniversario dell'arrivo al potere di Hugo Chavez. Poi rivolgendosi ai suoi sostenitori ha chiesto se volessero essere governati "da Washington?", ricevendo un netto "no" dalla folla. Dobbiamo, ha proseguito, "respingere anche il colpo di Stato che vuole fare la destra". Maduro oggi è riapparso in pubblico dopo 6 mesi, cioè dopo il fallito attentato con i droni lo scorso 4 agosto, in occasione di una manifestazione di fronte a migliaia di sostenitori che anche in quella occasio celebravano il ventesimo anniversario della rivoluzione bolivariana. 

MADURO: GRAZIE ROMA - Maduro dal palco di Caracas ha ringraziato "i tanti Paesi che ci hanno manifestato la loro solidarietà", tra questi ha citato "Roma". Il capo dello Stato ha sottolineato che questo sostegno internazionale ci permette di "sconfiggere l'assedio a cui ci hanno sottoposto gli Stati Uniti". "Desidero ringraziare i parlamentari, i senatori, gli accademici, i professori universitari, i movimenti sindacali del mondo intero per la solidarietà che si è sollevata in tutto il mondo, a New York, a Boston, a Madrid, a Saragozza, Londra, Roma, in Argentina e Buenos Aires. Il mondo intero si è mobilitato per la solidarietà con il Venezuela e contro l'interventismo di Donald Trump". Poelmiche dall'Italia, il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci scrive su Twitter:  "il dittatore Maduro ringrazia anche l'Italia per la solidarietà. Chiedo al presidente Conte quale ministro o sottosegretario può averla data? La posizione del governo è sempre più imbarazzante. #venezuela". Pier Ferdinando Casini: "Complimenti al Governo per i ringraziamenti ricevuti da Maduro. Adesso finalmente saranno tutti contenti". Mariastella Gelmini, presidente del gruppo Forza Italia alla Camera: "Maduro ringrazia Paesi solidali, anche Roma. L'Italia non merita di essere associata a Maduro ed essere umiliata così! Una vergogna!". Ma Guglielmo Picchi, sottosegretario agli Esteri, rimanda al mittente il ringraziamento: "Caro Nicolas Maduro, lascia subito. Nessuna solidarietà da Roma. Non ti riconosciamo come presidente. Elezioni subito". 

MADURO: APERTO AL DIALOGO - Nicolas Maduro conferma "tutto l'appoggio al dialogo" per risolvere la crisi venezuela. La proposta è stat promossa da Bolivia, Messico, Uruguay e la Comunità dei Caraibi (Caricom). "Dove, quando e come vogliono sono pronto. Sono sempre pronto a dialogare", ha detto a Caracas. La priorità "è la ricostruzione economica", ed i primi punti in un'eventuale agenda di dialogo sono "la fine delle sanzioni e del furto dei nostri asset da parte degli Usa" ed "il rispetto della pace e la giustizia". Il presidente ha anche dichiarato di "essere d'accordo per lo svolgimento di elezioni per il rinnovamento dell'Assemblea nazionale", l'organo legislativo di cui è presidente il leader oppositore Guaidò. 

image

IL TESORO DI MADURO - Dopo le indiscrezioni, non verificate, di un jet con l'oro delle riserve del Venezuela volato a Mosca, ora spunta una società di investimento degli Emirati Arabi Uniti che dichiara di aver acquistato il 21 gennaio scorso circa tre tonnellate d'oro dalla Banca centrale del Venezuela (BCV), due giorni prima che il leader dell'opposizione, Juan Guaidò, si autoproclamasse presidente a interim del Paese. 

UN JET PRONTO PER MADURO - Secondo il generale dell'Aeronautica militare venezuelana, Francisco Esteban Yanez Rodriguez, che ha dato il suo appoggio a Guaidò, Maduro "ha a sua disposizione due aerei pronti ad ogni ora, per cui è ora che se ne vada". Il generale ha anche assicurato che il 90% delle forze armate non sta con Maduro, "ma con il popolo".

image