Roma, 4 settembre 2018 - L'offensiva finale contro gli ultimi ribelli nella provincia settentrionale di Idlib, in Siria, è scattata. Secondo fonti locali sono cominciati i raid aerei governativi siriani nell'area di Jisr ash Shughur, a ovest di Idlib, in attesa dell'offensiva di terra, annunciata da settimane. Dopo una tregua durata 22 giorni, anche i caccia russi, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, hanno iniziato a bombardare diverse aree a sud e sud-ovest della provincia siriana. "Ci sarebbero già alcune vittime e diversi feriti tra i civili", denuncia l'Osservatorio. Intanto il ministero degli Esteri di Damasco fa sapere che la contraerea siriana ha respinto un attacco missilistico israeliano nella Siria centrale. Secondo l'Osservatorio "i missili israeliani avrebbero preso di mira posizioni militari iraniane nelle province di Hama e Tartus".
L'inizio dell'offensiva aerea era stato annunciato in seguito al massiccio spiegamento di truppe e mezzi pesanti da parte di Mosca, Teheran e Damasco. Un intervento che gli Stati Uniti avevano criticato minacciando di reagire solo in caso di utilizzo di armi chimiche per stanare i terroristi.
IL MONITO DI TRUMP - Il presidente Donald Trump ha poi deciso di rincarare la dose e mettere in guardia Siria, Iran e Russia in caso di attacco: "Il presidente Bashar al Assad - si legge in un tweet del tycoon - non dovrebbe attaccare imprudentemente la provincia di Idlib in Siria. E russi e siriani farebbero un grave errore umanitario nel prendere parte a questa possibile tragedia umanitaria. Centinaia di migliaia di persone potrebbero essere uccise. Non lasciamo che questo accada".
President Bashar al-Assad of Syria must not recklessly attack Idlib Province. The Russians and Iranians would be making a grave humanitarian mistake to take part in this potential human tragedy. Hundreds of thousands of people could be killed. Don’t let that happen!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 3 settembre 2018
LA RISPOSTA DEL CREMLINO - Non si è fatta attendere la risposta del Cremlino: "Non prestare attenzione al potenziale molto pericoloso e negativo dell'intera situazione in Siria non è un approccio completo ed esauriente", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, che poi ha aggiunto: "Sappiamo che le forze armate siriane si stanno preparando a risolvere questo problema" in riferimento al "terrorismo" nella provincia di Idlib.
ONU: "RISCHIO CATASTROFE UMANITARIA" - Come il tycoon anche le Nazioni Unite avevano denunciato giorni fa il rischio di una "catastrofe umanitaria" in caso di attacco e avevano chiesto l'apertura di un corridoio umanitario per far uscire i civili presenti sul territorio, tra cui 1 milione di bambini secondo l'Unicef. Ma a parte la conferma del Cremlino sull'ipotesi corridoio e qualche piccolo trasferimento di civili, niente sembra essere stato messo in pratica. Intanto il Consiglio di sicurezza si riunirà venerdì per discutere dei raid su Idlib. Lo ha annunciato l'ambasciatore americano all'Onu, Nikki Haley.
SIRIA: "GLI USA NON CI FERMERANNO" - Avvertimenti, quelli di Washington e del Palazzo di Vetro, che sembrano però rimanere parole al vento in uno scenario già tutto pronto per l'offensiva finale. Ieri il ministro degli Esteri siriano, Walid Muallem, ha dichiarato che l'esercito è a "un quarto d'ora dalla vittoria" sui terroristi nel Paese e che nessun intervento da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati potrà fermare l'offensiva a Idlib. Un loro eventuale attacco "non avrà impatto sul morale del nostro popolo o sui nostri piani di liberare Idlib".