Giovedì 2 Maggio 2024

Siria, sospetto raid con armi chimiche nel Ghouta. Scontro Onu-Russia sulla tregua

Almeno 10 morti in nuovi bombardamenti. Il segretario generale Guterres: "Si rispetti la tregua". Putin concede 5 ore al giorno per la fuga dei civili Guerra in Siria, Onu approva all'unanimità la tregua umanitaria Siria, intensi raid sui ribelli alle porte di Damasco. Almeno 500 civili morti

Ghouta (Lapresse)

Ghouta (Lapresse)

Damasco, 26 febbraio 2018 - Si continua a morire nel Ghouta orientale, in Siria, dove nonostante il 'cessate il fuoco' imposto dalle Nazioni Unite continuano i bombardamenti sui civili da parte delle forze di Assad appoggiate dai russi, con almeno 10 morti nella notte. Inoltre, oggi l'Osservatorio nazionale siriano, una Ong che opera sul territorio, ha detto di sospettare che le forze governative abbiano lanciato un attacco con armi chimiche al cloro su Al-Shifuniyah, nel Ghouta orientale. "Diversi civili hanno avuto sintomi di soffocamento, un bimbo è morto", afferma il portavoce dell'Ong, precisando di non avere ancora informazioni dettagliate sull'episodio e sulla natura delle armi usate nel raid. Veloce la replica ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, che ha definito le dichiarazioni sull'uso di armi chimiche una "provocazione", spiegando che tali accuse sono volte a "denigrare le forze governative". Secondo Lavrov, dietro le accuse si celerebbe il tentativo degli Stati Uniti di dividere la Siria e creare in quel paese un "quasi-Stato".

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LE DIFFICOLTA' DELLA TREGUA - Intanto da Ginevra il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha invitato tutte le parti ad attuare "immediatamente" la tregua di 30 giorni approvata sabato dal Consiglio di Sicurezza. "È giunto il momento di fermare questo inferno sulla terra", ha tuonato Guterres nel suo discorso di apertura della 37esima sessione del Consiglio dei diritti umani, affermando che  "il Ghouta orientale in particolare non può aspettare" e ricordando che "gli sforzi per combattere il terrorismo non sostituiscono" l'obbligo di proteggere i civili "in ogni momento". Di diverso avviso Lavrov, che ha ricordato come "la tregua a Ghouta Est non comprende le operazioni contro i gruppi terroristici" e che quindi "inizierà quando tutte le parti sul terreno concorderanno le modalità per accedere a un cessate il fuoco completo, esauriente, su tutto il territorio della Siria". Anche se le parole del ministro lasciano intendere come la Russia non abbia intenzione di fermare i bombardamenti sull'enclave alle porte di Damasco, Il presidente Vladimir Putin ha accordato che a partire da domani, per cinque ore al giorno, dalle 9 alle 14, saranno osservate delle "pause umanitarie" per consentire ai civili di abbandonare la zona, Ad annunciarlo è il ministro della Difesa russo Serghiei Shoigu, che citato dall'agenzia Ria Novosti ha annunciato: "Sarà creato un corridoio umanitario in modo che i civili possano lasciare la zona".

(Il tweet di Antonio Guterres in cui si legge: "Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza hanno senso solo se implementate. Il Ghouta orientale non può aspettare. E' tempo di fermare questo inferno in terra")

Mentre dalle cancellerie europee e mondiali si levano le esortazioni a rispettare la tregua, come dimostrano le telefonate di Angela Merkel e Emmanuel Macron a Vladimir Putin, un corrispondente di Afp a Douma, nel Ghouta orientale, ha riferito che pesanti bombardamenti sono andati avanti per tutta la notte impedendo ai soccorritori di svolgere il proprio lavoro. Dall'inizio dell'attacco il 18 febbraio, i bombardamenti russi e siriani sull'enclave del Ghouta, controllata da combattenti islamisti e jihadisti ma piena di civili intrappolati, hanno ucciso più di 500 civili tra i quali più di 130 bambini.

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L'APPELLO DEGLI USA - In serata è arrivato anche l'appello degli Usa "per una fine immediata alle operazioni offensive e un accesso urgente per gli operatori umanitari" in Siria, dove il governo "sta terrorizzando centinaia di migliaia di civili con attacchi aerei, artiglieria, razzi e imminenti attacchi di terra". A lanciarlo la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, che ha accusato il regime di Damasco di "usare gas cloro come arma solo per intensificare" questa situazione.