Martedì 23 Aprile 2024

Lo scacchiere esploso

Dunque cerchiamo di raccapezzarci. I curdi siriani hanno combattuto contro il Califfato. E così l’esercito siriano appoggiato dai russi. E anche i curdi iracheni appoggiati dagli americani. Ma l’Isis, fra un attentato e l’altro, vendeva petrolio alla Turchia. La quale è alleata degli americani nella Nato e dunque si sarebbe dovuta unire alla crociata contro i tagliagole di Allah. Ma Erdogan non vuole che i curdi acquistino tanto potere da pretendere l’indipendenza. E non lo vogliono nemmeno gli iracheni e gli ayatollah.

Ecco allora che il neo-ottomano spedisce oltre confine reparti corazzati. Prioritario è scongiurare un embrione di Stato curdo. In Turchia i curdi sono di gran lunga i più numerosi: uniti ai fratelli separati di Siria, Iraq e Iran diventerebbero una nazione di circa 30 milioni di abitanti. Una nazione omogenea, con una propria lingua, una propria cultura, una propria etnia. Non sono arabi, non sono persiani, non sono turchi. E non sono nemmeno musulmani. Hanno una loro storia e all’indomani della Prima guerra mondiale i vincitori se ne dimenticarono quando decisero la spartizione dell’impero ottomano. Questo il background.

Putin e Trump non sanno cosa fare. Erano avversari su Assad, ma taciti alleati nella lotta all’Isis. Ma ora l’Isis non c’è (quasi) più. E si trovano entrambi coinvolti in un intreccio infernale, originato – dalla disastrosa politica di Obama. Oltre che al fianco di Assad, Putin è con l’Iran. L’Iran finanzia Hezbollah. Hezbollah attacca Israele. Israele bombarda la Siria. Dalla Siria partono i droni iraniani su Israele che è l’alleato degli Stati Uniti. Mi seguite? In mezzo a tanta confusione una sola cosa dovrebbe essere chiara: il diritto dei curdi ad avere uno Stato. Trump dovrebbe metterlo in testa alla sua agenda. E anche l’Europa imbelle. Senza i curdi l’Isis non sarebbe stato sconfitto.