Giovedì 25 Aprile 2024

Spagna, scambiata nella culla chiede 3 milioni di risarcimento. Una storia incredibile

Due ragazze spagnole sono nate nello stesso giorno del 2002 all'ospedale San Millàn de Logrono

Neonato prematuro in incubatrice (foto generica)

Neonato prematuro in incubatrice (foto generica)

Roma, 8 settembre 2021 - Una storia incredibile arriva dalla Spagna: una 19enne, come raccontato dal giornale 'la Rioja', ha chiesto un risarcimento di 3 milioni di euro per danni morali dopo aver scoperto di essere stata scambiata nella culla con un’altra bambina. Colpa, ai tempi, di un errore umano durante il trasferimento dalle incubatrici alla culla. Era il 2002: i fatti accadevano all'Ospedale San Millàn de Logrono, ma la vicenda è venuta a galla solamente 15 anni dopo. 

Ecco la ricostruzione dei fatti. 

Lo scambio nella culla

All’origine di questo caso ci sono due bimbe, chiamate dal giornale con nomi di fantasia, nate entrambe lo stesso giorno del 2002 a 5 ore di distanza all’Ospedale San Millàn de Logrono. Entrambe pesavano troppo poco quando sono venute al mondo e per questo sono state spostate nella sala incubatrici, dove è avvenuto l'impensabile. Al ritorno nelle culle, sistemate vicine, ancora prima di avere alcun contatto con le rispettive madri, le due neonate sono state scambiate.

La scoperta dell'errore

Quando è venuta fuori la verità? In un modo piuttosto tragico a ben 15 anni di distanza dal fatto. La nonna di una delle due bambine, divenuta tutrice legale della piccola cresciuta in una famiglia instabile, ha intentato una causa contro il padre teorico accusandolo di non pagare gli alimenti alla figlia. Ma l'uomo ha spiazzato tutti sostenendo che la bambina non era sua figlia. E il test del Dna, richiesto dalla giudice, lo ha confermato.

A quel punto il ministero della Salute ha aperto un’indagine per capire cosa fosse successo. Sono state studiate le nascite avvenute nel 2002 nell’ospedale, ora dismesso, e dopo aver eliminato tutti i fascicoli non corrispondenti alla storia della bimba è stato scoperto l’errore e l’identità della vera famiglia della ragazza. Il padre biologico si è sottoposto al test, mentre la 'vera' madre purtroppo è deceduta nel 2018.

La richiesta di risarcimento

Saputa la verità la ragazza si è rivolta a un avvocato, come riporta 'El Pais', chiedendo: "Ditemi chi sono". Quindi ha avviato una battaglia legale. I consulenti della 18enne hanno chiesto al ministero della Salute un risarcimento per danni morali di ben 3 milioni di euro. Prima di qualsiasi verdetto, però, bisognerà attendere il test sul presunto padre biologico.