Martedì 21 Maggio 2024

Ombre russe sul Baltico, perché Narva (Estonia) è una mina vagante tra Mosca e l’Europa

La premier estone, Kallas: “Centrale il finanziamento del settore della Difesa. Riarmo europeo fin da subito”

Il ponte dell'amicizia che collega la città estone di Narva con Ivangorod in Russia

Il ponte dell'amicizia che collega la città estone di Narva con Ivangorod in Russia

Roma, 5 aprile 2024 – Cosa sta accadendo alle porte a nord dell’Europa a due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina? Perché i Paesi Baltici si sentono sempre più minacciati dalla Russia?

C’entrano fattori storici e geografici. Per capirlo partiamo dalla punta a nord-est dell’Estonia. Ovvero dal caso emblematico di Narva, una cittadina di circa 60mila abitanti di cui oltre il 96% è russofono al confine tra Estonia e Russia. In poche parole una terra di mezzo, divisa da un confine naturale, l’omonimo fiume, che separa il mondo baltico da quello slavo. Narva, dagli esperti è considerato “un valico sensibile alle frizioni tra Russia e Nato e ha all’attivo un contenzioso dal dopoguerra tra Tallinn e Mosca sulla sovranità dei territori nella piccola striscia a est del fiume. E’ definita perciò “una 'sorvegliata speciale’”. Dall’altra sponda del fiume – collegata dal ponte dell’amicizia – c’è la russa Ivangorod con cui i cittadini hanno mantenuto i rapporti. Se i timori dell’Estonia di una possibile aggressione Russa dovessero concretizzarsi, Narva potrebbe rappresentare il cavallo di Troia? Oppure i suoi abitanti – conoscendo la Russia – non proverebbero interesse nella Federazione? 

I timori dei Baltici

Estonia, Lettonia e Lituania da tempo affermano di poter essere le prossime vittime di una aggressione russa. Così sono passate dal dire al fare. In una delle ultime dichiarazioni pubbliche la premier estone, Kaja Kallas, ha sottolineato “la centralità del finanziamento al settore della Difesa”. Kallas ha ribadito “il bisogno di trovare delle soluzioni in grado di rendere efficace il processo di riarmo europeo fin da subito”. Ricordando che l’Estonia ha deciso di devolvere all'Ucraina un sostegno militare pari allo 0,25% annuo del proprio Pil e ha invitato gli altri Paesi europei a fare altrettanto.

Inoltre, di recente, i Paesi Baltici hanno annunciato di volersi dotare di “strutture di difesa comuni” lungo i confini con Russia e Bielorussia con lo scopo di “scoraggiare e, se necessario, proteggersi dalla minaccia”. Il vice presidente della Commissione Difesa estone, Leo Kunnas, ha ipotizzato addirittura di minare i 300 km di confine, passando proprio da Narva. Non una scelta inverosimile con quello che sta accadendo. E’ giusto di ieri la notizia della chiusura a tempo indeterminato dei valichi di frontiera finlandesi al confine con la Russia. 

La storia di Narva 

Il fiume Narva è una cerniera naturale tra il mondo baltico e quello slavo. Fin dalla Pace di Teusina del 1595 separa russi e estoni. Con l’indipendenza e il Trattato di Tartu del 1920, l’Estonia acquisisce una lingua di terra a est del fiume,  che comprende, oltre a Ivangorod, la città di Pečory e alcuni territori a sud-ovest del lago Peipus. La sovranità di Tallinn su queste terre dura solo lo spazio tra le due guerre mondiali, ma è sufficiente ad aprire un contenzioso con la Russa. Ancora oggi irrisolto.