Mosca, 2 luglio 2020 - E' un plebiscito. Lo 'zar' Putin incassa un amplissimo sì alla 'sua' alla riforma della Costituzione: con oltre il 99,9% di schede scrutinate, l'idea piace quasi al 78% dei russi (77,93% dei sì contro il 21,26% dei no), stando ai dati diffusi dalla Commissione elettorale centrale e riportati dalle agenzie di stampa russe. Ed è un po' una sorpresa, visto che si tratta di percentuali ben superiori a quelle registrate nei sondaggi svolti alla vigilia della consultazione popolare (in via eccezionale spalmata su sette giorni e conclusasi ieri). Il Cremlino ha di che festeggiare: secondo gli analisti si sarebbe "accontentato" di un'approvazione del possente pacchetto di emendamenti tra il 60 e il 70%.
L'affluenza a livello nazionale è stata del 67,97%.
Al potere fino al 2036?
L'elettorato ha dunque appoggiato la riforma che di fatto introduce una vera nuova Costituzione, che permetterà a Putin di ricandidarsi per altri due mandati (prospettiva preclusagli in precedenza per via del vincolo dei due mandati consecutivi), potenzialmente rimanendo al potere fino al 2036. Unica eccezione è stata la regione autonoma russa di Jamalo-Nenets, dove il 54,5% ha votato contro la riforma. I risultati di Mosca e San Pietroburgo, le due maggiori città del Paese e roccaforti del sentimento anti-Putin, hanno sorpreso l'opposizione che denuncia manipolazioni: nella capitale ha votato sì oltre il 65% degli elettori, mentre a Pietroburgo quasi l'80%, stando ai dati ufficiali.
Cremlino: un trionfo
Il Cremlino celebra come un "trionfo" i risultati del plebiscito sugli emendamenti alla Costituzione che hanno registrato quasi il 78% degli elettori per il sì. "Lo consideriamo un trionfo - ha detto il portavoce Dmitri Peskov - di fatto si è tenuto un trionfale referendum sulla fiducia nei confronti del presidente Putin". Peskov ha poi ammesso che "un'affluenza e un livello di supporto così elevati erano molto difficili da prevedere".
Quanto al vincitore, Putin ha ringraziato gli elettori per il "sostegno e la fiducia" dopo la schiacciante vittoria "Molte grazie per il vostro sostegno e fiducia", ha dichiarato il leader del Cremlino in tv.
L'opposizione
Il principale oppositore politico, Aleksei Navalny, ha definito i risultati annunciati della Commissione elettorale centrale come "falsità ed enormi bugie". A suo dire, le cifre diffuse "non hanno nulla a che fare con l'opinione dei cittadini russi" e per questo il plebiscito orchestrato dal Cremlino è "illegale". A ridosso della pandemia di Covid-19, Putin ha subi'to il calo più significativo della sua sempre alta popolarità, un trend iniziato nel 2018 con l'impopolare riforma delle pensioni e aggravatosi con gli effetti di una lunga crisi economica che ha eroso il potere d'acquisto delle famiglie e gli standard di vita.
Gli analisti
Gli exit poll condotti da gruppi indipendenti durante le operazioni di voto davano la maggioranza degli elettori a Mosca e San Pietroburgo contrari agli emendamenti. Secondo l'analista del Carnegie Center, Aleksandr Baunov, nel prospettare una sua tenuta del potere per altri 12 anni (il mandato in corso scade nel 2024), Putin - che ha sempre negato di voler rimanere presidente a vita - "ha fatto un passo senza precedenti anche per gli standard russi e dietro al quale c'era un vuoto di legittimità che andava colmato, per questo aveva bisogno di un plebiscito".
Usa preoccupati
Gli Usa sono "preoccupati" per le modalità di svolgimento del referendum costituzionale in Russia. "Siamo preoccupati per le informazioni sugli sforzi del governo russo per manipolare i risultati dei recenti voti sugli emendamenti costituzionali, comprese le informazioni su una coercizione degli elettori, sulle pressioni verso gli oppositori agli emendamenti e sulle restrizioni imposte agli osservatori indipendenti", afferma il dipartimento di stato.