Lunedì 29 Aprile 2024

Oceani oltre il record di temperatura: cosa significa. L’esperto: “Non solo Medicane, rischio eventi anche alle nostre latitudini”

L’analisi di Marcello Magaldi (Cnr): “Hanno immagazzinato molto più calore, possibili fenomeni estremi”

Roma, 4 agosto 2023 – Marcello Magaldi, istituto di scienze marine del CNR, che significa il superamento del record di temperatura degli oceani tra 60 gradi nord e 60 gradi sud?

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Oceano in burrasca a Pospoder, in Francia (Ansa)
Oceano in burrasca a Pospoder, in Francia (Ansa)

"Molte cose e non positive. Innanzitutto che gli oceani hanno immagazzinato più calore. Non solo uragani e cicloni, che sono fenomeni a larghissima scala, ma anche fenomeni molto più piccoli, alle nostre latitudini, celle convettive di rapida  intensificazione, che poi portano a quelle che noi chiamiamo bombe d’acqua e alle precipitazioni intese unite a forte vento come quelle su Milano, ad alluvioni come quella dell’Emilia Romagna e delle Marche nei mesi scorsi, alle forti grandinate come quelle recenti su Veneto, Friuli e Lombardia. C’è un impatto diretto, anche qui, perché c’è molta più energia. Masse d’aria calda passano su mari caldi, che aumentano l'evaporazione e acquistano parecchia umidità e poi si vanno scontrare con messe d’aria più fredda, creando i cosiddetti fenomeni estremi”. 

Mari più caldi possono  innescare anche fenomeni come i medicane, gli uragani del Mediterraneo?

"Certo, anche i Medicane. ma anche senza arrivare ai “Medicane” si possono facilmente innescare dei fenomeni molto più limitati e frequenti dei “Medicane” e che sono molto più localizzati e quindi difficili da prevedere. Ad esempio piccole bombe d’acqua”. 

Qual’è l’effetto di mari più caldi sulle comunità biologiche marine? Pesci, molluschi, alghe…

“C’è un impatto già in atto, già vediamo cambiamenti significativi. Ci sono specie aliene che popolano il nostro Mediterraneo e vanno in competizione con le specie autoctone, spesso soppiantandole e facendo danni enormi. basti pensare all’impatto del granchio blu sull’Adriatico, con danni estesi ala coltivazione delle vongole. Il cambiamento è in atto e ha ripercussioni importanti sull’economia, oltre sulla disponibilità di cibo. Gli esempi sono innumerevoli. Abbiamo riscontrato che dei patogeni nel Mediterraneo proliferano  grazie alle temperature più elevate e che hanno provocato, ad esempio nel mar Ligure, una moria di coralli rossi e gorgonie. E  negli oceani tropicali c’è il problema dello sbiancamento dei coralli, ormai tristemente noto. Dobbiamo renderci conto che anche se smettessimo ora di emettere gas serra, dobbiamo renderci conto che il cambiamento proseguirebbe molti anni. E quindi, bisogna mitigare, cioè ridire le emissioni verso un bilancio zero e anche fare adattamento”. 

C’è anche un effetto sulla capacità degli oceani di assorbire Co2, il più importante gas serra? 

“L’effetto diretto non è molto significativo, quello che è molto importante è l’effetto indiretto. Il riscaldamento può infatti portare al cambio delle correnti e a un minore rimescolamento delle acque tra strati diversi, con conseguente riduzione della capacità di sequestro della Co2.  Molto recentemente Nature ha pubblicato uno studio di due ricercatori danesi che sostengono che l’esaurimento della corrente del Golfo, in Atlantico potrebbe avvenire molti decenni prima di quanto previsto, probabilmente a metà secolo. In generale ci stupisce molto la celerità di questi fenomeni”. 

Quindi lo studio di Copernicus è rilevante

"E’ rilevante in assoluto, ma anche perché il dato è stato registrato a inizio agosto, mentre i picchi di temperatura degli oceani si registrano a livello globale intorno a marzo. Che significa? Che se compariamo questo dato con i dati di agosto degli ultimi anni emerge un risaldamento ben maggiore che rispetto a marzo, siamo intorno a mezzo grado in più. Che è tantissimo. Significa una quantità enorme di energia in più. Aggiungiamoci anche che sta ricominciando il fenomeno del Nono, la corrente calda del pacifico che ha effetti globali. Il che significa che il prossimo anno, il prossimo marzo, i record di temperature oceaniche globali rischiano di essere ancora battuti. E la situazione del Mediterraneo non è confortante”.