Milano, 1 febbraio 2015 - Sono arrivati all'aeroporto di Milano Malpensa, Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, i due italiani detenuti per quasi cinque anni nel carcere indiano di Varanasi. Con l'accusa di omicidio e scagionati dalla Suprema Corte di Nuova Delhi dieci giorni fa.
Ad accoglierli al terminal degli arrivi i genitori di Tomaso, Marina Maurizio e il padre Luigi Euro Bruno con la sorella Camilla. Arrivati da Albenga e la zia di Elisabetta giunta da Torino.
A dare il benvenuto ai due giovani anche un gruppo di amici che hanno cantato in coro "Tommy libero". Appena i ragazzi sono comparsi dal ritiro bagagli, lui con felpa rossa e lei con maglia blu, sono scattati gli applausi e gli abbracci di genitori e amici.
"Ero pronto al peggio dentro quelle baracche con 130 persone - ha detto Tomaso ai giornalisti - ma la verità viene sempre a galla anche in un paese come l'India. Io ho avuto la forza di affrontare tutto perchè ero a posto con me stesso".
"Ce l'abbiamo fatta, siamo felicissimi", ha aggiunto Elisabetta Boncompagni. "Per ora vogliamo solo tornare a casa", hanno concluso poi i ragazzi parlando dei futuro, anche se Tomaso ha detto che gli piacerebbe trovare lavoro ad Albenga e rimanere lì.
In questa vicenda giudiziaria lo Stato italiano "almeno inizialmente ha preso la situazione un po' alla leggera, è stato latitante - ha spiegato la madre di Tomaso Marina Maurizio - ma dopo la condanna in appello si sono mobilitati e abbiamo sentito le istituzioni davvero vicine".
I genitori di Tomaso hanno sentito soprattutto la vicinanza costante della comunità di Albenga e dell'ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini. Dopo questi cinque anni "sicuramente tornerò in India - ha concluso la madre - forse anche con Tomaso, perchè anche lì ho trovato molta solidarietà".