Sabato 4 Maggio 2024

Lisbona, errore in procura. Il premier si è dimesso. Ma l’intercettazione era sul ministro omonimo

Il capo del governo António Costa ha lasciato dopo le indagini sul suo conto. La trascrizione però degli atti era sbagliata e riguardava António Costa Silva. L’inchiesta è relativa alla corruzione negli investimenti sostenibili sul litio

Lisbona, errore in procura. Il premier si è dimesso. Ma l’intercettazione  era sul ministro omonimo

Lisbona, errore in procura. Il premier si è dimesso. Ma l’intercettazione era sul ministro omonimo

Roma, 13 novembre 2023 – E dire che Silva è il cognome più diffuso in Portogallo... Eppure, inspiegabilmente, qualcuno se l’è perso per strada, nella Procura generale che indaga sul caso di corruzione per gli investimenti green sul litio che ha coinvolto il primo ministro António Costa. Primo ministro che si è dimesso qualche giorno fa, perché il suo nome sarebbe emerso in una intercettazione. Ma ora si scopre che si è trattato del più classico e grottesco caso d’omonimia. Cioè: in procura qualcuno ha dimenticato di trascrivere per intero il (cog)nome citato in una intercettazione come persona a cui chiedere favori. E quel nome è appunto António Costa Silva, non solo António Costa. La differenza non è affatto di poco conto. Anche perché se Costa è il primo ministro dimissionario, Costa Silva è uno dei suoi ministri, quello dello Sviluppo economico.

La Procura generale della Repubblica alla fine ha dovuto ammettere l’errore. Il colloquio telefonico incriminato risale al 31 agosto 2022, tra Diogo Lacerda Machado, consulente consulente della società Start Campus, e Afonso Salema, amministratore della stessa società. Salema chiede a Lacerda Machado di “avvicinarsi“ al governo pera sollevare con la Commissione europea una modifica ai codici di attività economica per i data center. "Va bene – aveva risposto Lacerda Machado –, cercherò di capire se si tratta di Economia o Finanze. Se è di Finanze, parlerò con Medina (ministro, ndr) o con António Mendes, il segretario di Stato. Se è di Economia, troverò un modo per raggiungere lo stesso António Costa". Ma questo Costa, appunto, sarebbe Costa Silva. I pm hanno trascritto male quella intercettazione, l’unica che sembrava tirare in ballo l’ex premier. Nell’ufficio del capo di gabinetto, Vítor Escária, sono stati trovati 75.800 euro in contanti nascosti dentro alcuni libri.

Però ormai António Costa, il 62enne socialista, si è dimesso. E il presidente della Repubblica, il 74enne Marcelo Rebelo de Sousa, socialdemocratico (che qui però vuol dire di centrodestra), non ha perso tempo, scioglierà il Parlamento dopo l’approvazione della manovra economica a fine mese e già convocato per il prossimo 10 marzo le elezioni anticipate. Costa, primo ministro lusitano ininterrottamente dal 26 novembre 2015 fino alla settimana scorsa, ha detto sabato sera in un messaggio ai portoghesi che "con grande probabilità" non ricoprirà più "alcun incarico pubblico".

Ora si apre dunque tra i socialisti la corsa alla successione. Fra tante incognite e forse una certezza: il probabile crollo elettorale dopo lo scandalo che, comunque, li riguarda. Tra i nomi che circolano c’è anche quello di Mário Centeno, attuale governatore della Banca del Portogallo, dopo essere stato ministro delle Finanze dal 2015 al 2020 (nel primo governo Costa) e anche presidente dell’Eurogruppo dal 2018 al 2020. Ma le destre, anche quella estrema di Chega, avanzano e i socialisti sanno che tutto sarà ancora più difficile. E forse bastava solo che nessuno perdesse per strada quel Silva…

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