Sabato 27 Luglio 2024

La guerra dei sabotaggi. A fuoco la dacia di Putin, l’ombra dell’atto doloso. La scia dei colpi proibiti

Nel 2015 la lussuosa residenza ospitò l’allora premier italiano Berlusconi. Roghi e hacker in azione: attacchi incrociati tra Mosca e Kiev. Allerta in Europa.

La guerra dei sabotaggi. A fuoco la dacia di Putin, l’ombra dell’atto doloso. La scia dei colpi proibiti

La guerra dei sabotaggi. A fuoco la dacia di Putin, l’ombra dell’atto doloso. La scia dei colpi proibiti

di Marta

Ottaviani

La dacia di Putin in fiamme. La lussuosa residenza dell’oriente russo, che nel 2015 ospitò Silvio Berlusconi, ha preso fuoco per cause ancora da chiarire. Ne danno notizia il blogger Amyr Aitashev e l’attivista Aruna Arna. Da capire, dunque, se il rogo siadoloso e se, nel caso, il movente sia politico. Di certo tra Russia e Occidente, ormai, è in atto uno scambio di ’dispetti’ e accuse. Le elezioni europee si avvicinano e quindi nelle prossime settimane potrebbero intensificarsi attacchi contro infrastrutture del Vecchio Continente. Kiev sa molto bene con chi ha a che fare e si è organizzata. Dall’inizio dell’invasione in Ucraina, infatti, sono stati portati avanti attacchi su tutto lo sterminato territorio russo, con la precedenza alla capitale Mosca e alle regioni di confine, che sono anche fra le più industrializzate e produttive del Paese; senza dimenticare la Siberia, cuore pulsante dell’economia russa.

Le azioni di disturbo si sono svolte in vari modi. Non solo con i droni, ma anche con attacchi cibernetici contro reti di distribuzione di energia e incendi in capannoni e fabbriche. Gli ucraini hanno più volte preso di mira le ferrovie che collegano le località più importanti vicino al confine, anche per interrompere le connessioni fra i gruppi di soldati dislocati in zone diverse e la catena dei rifornimenti. Operazioni che, se non sono in grado di cambiare, da sole, le sorti della guerra, di sicuro danno molto fastidio. Anche perché gli ucraini ci hanno investito tempo e denaro, sfruttando anche chi non simpatizza con il presidente Putin per creare un vero e proprio network di sabotatori pronti a colpire in qualsiasi momento.

La Russia non si è certo fatta trovare impreparata e, sfruttando una decennale esperienza in materia, sta mettendo a dura prova molti Paesi, guarda caso proprio quelli che sull’Ucraina hanno avuto una posizione ostile. Tra questi rientra la Gran Bretagna, la prima nazione ad avere aperto alla possibilità di concedere agli ucraini di lanciare missili della Nato verso il territorio russo, quindi da punire. Poi c’è la Germania di Olaf Scholz, un tempo Paese legato alla Russia a doppio filo e che Mosca starebbe cercando di riportare dalla sua parte, anche se al momento con scarsi risultati. La posta in gioco è alta e i metodi sono quelli che gli Stati Uniti hanno imparato a conoscere fin troppo bene dal 2016. Sabotaggi che impattano sulla quotidianità delle persone, fatti apposta per fare infervorare il dibattito pubblico, condizionato peraltro da operazioni di disinformazione, soprattutto sui social. L’obiettivo, chiarissimo, è cercare di influenzare l’esito del voto europeo, orientando la sensibilità dell’elettorato verso i partiti sovranisti o i movimenti che hanno guardato a Mosca con maggiore indulgenza.

Non solo attacchi cibernetici, ma anche incidenti che possono trasformarsi in tragedie o dare luogo a scene di violenza urbana. Incendi vicino a fabbriche, depositi, centri commerciali sono scoppiati ovunque, tranne che in Italia. Una esclusione che non basta a far stare tranquilla la nostra intelligence. I servizi ucraini avevano messo in guardia sul rischio di attacchi russi per influenzare le elezioni già settimane fa.