Sabato 15 Giugno 2024

La grande marcia. In centomila a Parigi contro l’antisemitismo. Le Pen c’è, Macron no

Fa discutere l’assenza del presidente che dice: per l’odio non c’è posto. Ma un consigliere dell’Eliseo: ha disertato per non passare da filo-israeliano.

La grande marcia. In centomila a Parigi contro l’antisemitismo. Le Pen c’è, Macron no

La grande marcia. In centomila a Parigi contro l’antisemitismo. Le Pen c’è, Macron no

di Giovanni Serafini

PARIGI

Una presenza inaspettata e imbarazzante: quella di Marine Le Pen, erede di un Front National per decenni segnato dall’antisemitismo. Un’assenza discussa: quella del presidente Emmanuel Macron, che non ha voluto dar l’impressione di schierarsi con Israele dimenticando i massacri della popolazione civile a Gaza. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza ieri in una settantina di città francesi, da Strasburgo a Lione, da Marsiglia a Digione, da Lilla a Bordeaux, per condannare la marea montante degli atti antisemiti, più di 1.300 solo nel corso dell’ultimo mese. A Parigi la marcia più importante, dalla spianata degli Invalidi fino alle sedi di Camera e Senato passando per boulevard Saint-Germain, i giardini del Lussemburgo e il Pantheon: un corteo gigantesco, oltre centomila manifestanti sotto la pioggia che sventolavano bandiere tricolori e intonavano le note della Marsigliese. La Francia, non bisogna dimenticarlo, ha la più grande comunità ebraica d’Europa, quasi 500mila persone: gli attentati, le aggressioni contro le persone, il proliferare di graffiti antisemiti nelle ultime settimane, hanno suscitato rabbia, indignazione, amarezza nella maggioranza della popolazione. Trovarsi in piazza per dire "no al razzismo" era diventata un’esigenza civica e bene lo hanno capito i presidenti di Camera e Senato, Yael Braun-Pivet e Gérard Larcher, che hanno organizzato la manifestazione di ieri pomeriggio.

C’erano tutti, con l’accezione di Macron ("presente in spirito") e del leader dell’ultrasinistra Jean-Luc Mélenchon, che simpatizza per Hamas. Dietro un enorme striscione bianco su cui era scritto "Per la Repubblica, contro l’antisemitismo", erano in marcia il capo del governo Elisabeth Borne (suo padre fu deportato ad Auschwitz) accanto agli ex presidenti della Repubblica François Hollande e Nicolas Sarkozy, accompagnato da Carla Bruni. C’erano gli ex primi ministri Laurent Fabius e Bernard Cazeneuve, Manuel Valls e Edouard Philippe, c’erano il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, intellettuali come Bernard-Henri Lévy, registi, attori, docenti, ma soprattutto gente del popolo, e moltissimi giovani. C’era Marine Le Pen, alla quale un collettivo di ebrei denominato Golem ha tentato inutilmente di sbarrare la strada.

"Siamo esattamente là dove dobbiamo essere, il razzismo è il nostro nemico", ha detto Marine: un altro passo avanti verso la “sdemonizzazione” del partito che la figlia di Jean-Marie Le Pen ha accortamente avviato ormai da anni. Sparsi tra la folla si sono visti gli alfieri dell’ultradestra Eric Zemmour e Marion Maréchal, a poca distanza dai rappresentanti dei partiti socialisti, comunisti, ecologisti e radicali, per una volta uniti. Praticamente inesistente la presenza di autorità musulmane, mentre alla marcia civica ha partecipato il Grande Rabbino di Francia, Haim Korsia.

Un certo disagio è stato provocato dall’assenza di Macron, dovuta (ci ha spiegato un consigliere dell’Eliseo) alla volontà di non essere classificato come eccessivamente filoisraeliano nel momento in cui l’esercito di Tel Aviv bombarda Gaza. Alla vigilia della marcia il presidente ha ribadito che "la recrudescenza dell’antisemitismo è intollerabile. Che abbia radici religiose, sociali o identitarie, il razzismo che genera violenze contro gli ebrei è odioso. Non dobbiamo dividerci: la Francia deve restare unita dietro i valori universali della Repubblica", ha concluso.