Giovedì 25 Aprile 2024

Jet russo e drone Usa, il generale Nato: "Provocazione di Mosca. Ma nessuna escalation"

Maurizio Boni: i russi hanno mostrato i muscoli, si sono voluti divertire: "Allargamento del conflitto? Dobbiamo preoccuparci più del Donbass"

Roma, 15 marzo 2023 - Da vicecomandante dell'Allied rapid reaction corps di Innsworth (Inghilterra) e capo di Stato maggiore della Forza di reazione rapida Nato in Italia, il generale Maurizio Boni ha tenuto sotto controllo più momenti di tensione internazionale anche quando il fronte Est ribolliva senza guerra.

Ucraina, news in diretta. Isw: Wagner denuncia complotto di Mosca. "Usati come tritacarne"

Il generale Maurizio Boni
Il generale Maurizio Boni

Generale, possiamo parlare di atto apertamente ostile da parte di Mosca? "Più che altro i russi hanno creato una situazione anomala e molto singolare che non permette di accusarli di un abbattimento diretto. Hanno innescato le condizioni affinché gli americani fossero costretti ad abbattere il drone facendolo cadere in mare".

Una provocazione? "Diciamo che hanno potuto testare la reazione americana. Hanno mostrato i muscoli e in un certo senso si sono divertiti".

Però modalità simili non si sono mai viste. "L’aeronautica di Mosca ha messo in atto un’azione non convenzionale, creando un precedente".

Un caso unico o altri incidenti più o meno gravi sono passati sotto silenzio? "In via ipotetica è possibile che ci siano stati altri episodi analoghi. Durante la Guerra fredda erano frequenti, soprattutto in cielo, e adesso con un conflitto in atto sono teoricamente da mettere in conto. Ma fra Paesi che si fronteggiano direttamente o indirettamente si utilizza anche la comunicazione strategica nel diffondere notizie in un momento anziché un altro".

Come si comporterà ora la Nato? "Secondo la mia esperienza non ci saranno conseguenze significative da parte dell’Alleanza. Il velivolo abbattuto è statunitense e infatti è stato il comando Usa a darne notizia e a rendere note le proteste. È stato già convocato l’ambasciatore russo".

Si rischia comunque una escalation? "Non credo per questo episodio. Dobbiamo preoccuparci di più di ciò che sta accadendo in Donbass".

Che regole di ingaggio esistono nello spazio internazionale? "È un’area, in cielo e in mare, dove tutti i mezzi possono muoversi, ma non attaccare l’avversario. I sottomarini russi hanno sempre incrociato nel Mediterraneo e gli aerei controllato il cielo. Idem quelli dell’Occidente. I droni sono velivoli, ora bisogna vedere che piega legale prenderà il caso, ma ripeto, non si può parlare di abbattimento da parte del jet di Putin".

I droni sostituiranno i soldati sul terreno? "No, assolutamente. Sono però un’arma innovativa il cui utilizzo sarà sempre più frequente. La ricerca bellica sta puntando molto su queste dotazioni e la tecnologia sta facendo passi da gigante. La guerra in Ucraina per la prima volta ne sta testando l’uso massiccio sul terreno di battaglia".

Prenderanno il posto dei velivoli? "Si aggiungeranno sempre più all’uso di aerei, elicotteri e missili, sia per compiti di ricognizione, come nel caso del Mar nero, che di combattimento. Sono agili, veloci e molto duttili".