Giovedì 16 Maggio 2024
ELETTRA BERNACCHINI
Esteri

Chi è Javier Milei, il leader "loco" anarco-capitalista dell'estrema destra argentina

Ultimo astro nascente del populismo, vuole chiudere la Banca centrale e “dollarizzare” il paese

Roma, 23 ottobre 2023 – Classe 1970, pettinatura ribelle che è già diventata un meme, un passato da personaggio televisivo sopra le righe e un'agenda politica che vorrebbe annientare il sistema statale a favore delle privatizzazioni. Javier Milei, il leader argentino del partito di estrema destra Freedom Advances, ha sorpreso i sondaggisti come un fulmine a ciel sereno quando lo scorso 13 agosto ha vinto le primarie assicurandosi quasi il 30% dei voti, e ora colleziona consensi grazie a uno spiccato carisma di stampo trumpiano e proposte sfacciatamente antigovernative.

Javier Milei (Ansa)
Javier Milei (Ansa)

Per iscriverti al canale WhatsApp di Qn clicca qui

Dai Rolling Stones alla cattedra di economia

Genitori di umili origini e una giovinezza da appassionato di musica rock, lo stile distintivo e l'attitudine di Milei, oggi 52 anni, trovano le fondamenta anche nel suo trascorso come membro di una cover band dei The Rolling Stones. Poi la passione per l'economia, la laurea alla prestigiosa Università di Belgrano (Buenos Aires), due master e una prima carriera da professore. Le prime ospitate nei salotti televisivi sono un successo in termini di show: sbraita con i giornalisti, insulta le istituzioni e se la prende anche con il Papa. Tutto fa gioco nella sua filosofia extra-libertaria e anarco-capitalista.

Javier Milei con una motosega a un comizio (Afp)
Javier Milei con una motosega a un comizio (Afp)

Addio pesos, benvenuti dollari Usa

Nella visione di Milei, lo Stato è "un’organizzazione criminale” che riscuote le tasse “sotto la minaccia delle armi” e le politiche attuate finora, in gran parte dal partito peronista, non hanno fatto altro che peggiorare l'economia del paese, motivo per cui l'obiettivo principale deve essere quello di smantellare il sistema attuale. In questo senso, in cima alla lista delle cose da fare c'è la chiusura del Banco Central de la República Argentina e la sostituzione del peso, la valuta corrente, con il dollaro statunitense. A questo si aggiungono le dichiarazioni fatte in campagna elettorale. Dal fatto che le questioni legate al cambiamento climatico non sono altro che “una farsa della sinistra” alla promessa di alleggerire i controlli sulle armi, dal definire la Cina “un assassino” nonostante sia il secondo partner commerciale dell'Argentina alla promessa di sottoporre a referendum la legge che dal 2020 garantisce il diritto all'aborto, una pratica che Milei considera “omicidio”.

Un supporter di Javier Milei (Afp)
Un supporter di Javier Milei (Afp)

Tutto purché si privatizzi

Il contrappeso a questi progetti radicali è un'apertura insospettabile rispetto ad altre questioni sociali. Per Milei non è impossibile valutare la legalizzazione delle droghe o del lavoro sessuale, l'apertura delle frontiere, i diritti civili della comunità Lgbtqi+, tutto purché a pagare non sia lo Stato. Ed ecco che si aggiunge anche l'impegno ad abbassare le tasse, privatizzare industrie e scuole, trasformare la sanità pubblica in un sistema assicurativo e tagliare le spese federali. La linea populista di Milei scuote il popolo argentino stretto nella morsa dell'inflazione galoppante e desideroso di profondi cambiamenti. Non è chiaro da dove dovrebbero arrivare i finanziamenti per tutte queste riforme, eppure il modo in cui Milei comunica le sue idee è così schietto e brutale da risultare accattivante per molte persone.  

Mago della comunicazione

L'importanza dell'immagine della comunicazione è uno dei tanti elementi che il leader argentino di estrema destra ha mutuato dal Trump delle presidenziali americane del 2016. La sua figura pubblica è quella di un outsider bellicoso che indossa la giacca di pelle e porta lunghe basette, tiene in mano una motosega quando discute dei tagli alle imposte e indossa un cappello con la scritta ‘Make Argentina Great Again’ mentre gira per le piazze dove i sostenitori lo accolgono con un fervore simile a un culto, indossando parrucche che ricordano la sua zazzera di capelli e distribuendo false banconote da 100 dollari col suo volto. Fondamentale il ruolo dei social media e degli influencer che lo hanno seguito durante la campagna elettorale facendolo conoscere e apprezzare tra i giovani – in Argentina si inizia a votare a 16 anni. Dulcis in fundo, Milei ha denunciato brogli ai suoi danni durante il voto delle primarie. Nonostante la corte elettorale abbia fatto sapere di non aver trovato traccia di attività illecite con le schede elettorali, Milei ha continuato a sostenere la teoria dei brogli ma senza presentare prove a riguardo: poco importa se poi le primarie sono state vinte in ogni caso.