Venerdì 8 Novembre 2024
GIOVANNI ROSSI
Esteri

Israele pronto all’attacco. Netanyahu a Biden: "Colpiremo Teheran"

Telefonata di 30 minuti con il presidente Usa e la vice Harris. Nel mirino i siti militari iraniani. Rimpatriati dal Libano 100 italiani.

Israele pronto all’attacco. Netanyahu a Biden: "Colpiremo Teheran"

Telefonata di 30 minuti con il presidente Usa e la vice Harris. Nel mirino i siti militari iraniani. Rimpatriati dal Libano 100 italiani.

Ritorsione chiama ritorsione. Israele è pronta a bombardare l’Iran: rappresaglia al maxi attacco missilistico deciso da Teheran in risposta all’eliminazione dell’alleato libanese e leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. La telefonata di 30 minuti ("in atmosfera positiva", secondo fonti di Gerusalemme) tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dopo due mesi senza contatti diretti e la mancata condivisione della scelta di eliminare Nasrallah, esplicita l’imminente attacco di Israele "contro le strutture militari iraniane". Anche la vice Biden e candidata alla Casa Bianca Kamala Harris è testimone del colloquio. La richiesta di non attaccare i siti nucleari e petroliferi di Teheran sembra momentaneamente accolta. Washington riafferma "l’impegno ferreo per la sicurezza in Israele", il sostegno "a soluzioni diplomatiche e di tutela per i civili" sia a Gaza sia al confine tra Israele e Libano. Discussa tra i due leader, che rimarranno in stretto contatto, anche l’"urgente necessità" di rilanciare gli sforzi diplomatici per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas nella Striscia. Per la Casa Bianca è in ogni caso "imperativo il ripristino del corridoio con la Giordania".

Ma "se non combattiamo l’Iran, moriamo", è il Netanyahu pensiero anticipato, prima di parlare con Biden, alla Conferenza delle organizzazioni ebraiche americane. Secondo il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant l’attacco all’Iran sarà "letale, preciso e soprattutto sorprendente". Ancora: "L’intera catena di comando è in linea e concentrata. L’Iran non sarà in grado di comprendere", è la rivelazione fatta filtrare per impaurire il nemico e placare i timori occidentali di un avvitamento ritorsivo senza fine.

I target militari in Iran (inclusi i relativi centri di intelligence) sono numerosi e in tutto il Paese. Si va dalle installazioni delle Forze di terra dell’esercito della Repubblica islamica a quelle utilizzate dai Pasdaran, passando dalle accademie militari fino alle basi aeree dell’Iriaf (17 le principali), nonché altre installazioni dell’aviazione militare e civile che le fonti indicano come d’importanza strategica. Più in dettaglio, a Teheran ci sono il Centro di ricerche spaziali, il Centro di comando delle guardie rivoluzionarie, l’Organizzazione industrie aerospaziali. Grandi basi missilistiche sono in mappa a Tabriz, Kermansah, Sharoud o Imam Ali. Nel mirino anche le basi sotterranee Oghab 44 e Badr 313. Israele potrebbe ridurre i rischi di esposizione aerea utilizzando la sua forza missilistica, ma secondo il sito statunitense Axios.com le vere sorprese potrebbero arrivare da attacchi sotto copertura.

Intanto, da Gaza al Libano, l’aviazione israeliana continua a martellare le postazioni di Hamas e di Hezbollah in aree urbane (1.100 raid in dieci giorni). Le cifre dell’Idf sono di 185 obiettivi di Hezbollah e 45 di Hamas colpiti in 24 ore. Inesorabile la parallela progressione di morti e feriti civili. Il ministero libanese della Salute dichiara 2.141 vittime e 10.099 feriti e l’omologo ministero di Gaza aggiorna il conto a 42.010 vittime e 97.720 feriti. I soli decessi comunicati ieri sono 40 in Libano (incluso un gruppo di sfollati a Wardaniyeh) e 60 a Gaza. Israele conferma la morte di due quarantenni a Kiryat Shmona per l’esplosione di un razzo di Hezbollah, un ferito grave ad Haifa, e sei accoltellati ad Hadera ad opera dello stesso aggressore arabo israeliano.

Movimenta il quadro anche l’arresto a Beirut dell’ex ultraortodosso israeliano Joshua Tartakovsky, ora pacifista. Entrato in Libano come giornalista investigativo con passaporto britannico, è ora a disposizione delle autorità che lo accusano di spionaggio (è illegale per gli israeliani entrare in Libano sia secondo la legge israeliana sia secondo la legge libanese). Anche la Cisgiordania entra nel bollettino di giornata. L’Idf rivendica l’uccisione di "cinque terroristi ricercati": il raid avviene nel campo profughi di Balata. Infine, nella notte, un volo di rimpatrio Beirut-Fiumicino porta in salvo 100 italiani con 50 familiari libanesi.