Roma, 23 aprile 205 – Il rafforzamento del corridoio di Suwalki (una striscia di 65 km che collega Polonia e Lituania e confina con la Bielorussia, alleata del Cremlino), ritenuto uno dei punti più vulnerabili del fronte orientale Nato, 300 milioni per ammodernare entro il 2030 la base militare di Siauliai, utilizzata dalle forze Nato nella regione baltica, un piano di evacuazione in caso di guerra presentato da Vilnius alla popolazione e operativo dall’autunno, quando inizieranno le esercitazioni. Basta mettere in fila questi tre elementi per comprendere quanto siano forti i timori lituani di un possibile attacco del Cremlino dopo l'invasione dell'Ucraina. Il Paese, membro della Nato e dell'Ue, alleato di Kiev fin dal giorno dell'invasione di Mosca del 2022, teme infatti di diventare il prossimo obiettivo della Russia.

Il motivo lo ha spiegato lo stesso sindaco di Vilnius Valdas Benkunskas illustrando le tre principali vie di fuga verso ovest, e ricordando che "storicamente il nemico è sempre arrivato da est". L'obiettivo del piano, ha precisato Benkunskas, "non è creare panico", ma garantire "coordinamento tra le istituzioni, sapere chi è responsabile di cosa e fidarci delle nostre forze di difesa... sperando che questo piano non debba mai essere attivato". Le autorità lituane temono che la Russia possa replicare nel Baltico lo scenario già visto in Ucraina, soprattutto in vista delle esercitazioni militari Zapad che Mosca e Minsk terranno a settembre e che nelle precedenti edizioni hanno visto la presenza di decine di migliaia di soldati vicino ai confini con la Polonia e gli Stati baltici.

Vilnius, che conta oltre 600mila abitanti, si trova infatti ad appena 30 chilometri dal confine con la Bielorussia, utilizzata da Mosca come base per l'invasione dell'Ucraina nel 2022. Il piano prevede l'evacuazione totale della città entro 48 ore non solo in caso di conflitto, ma anche in seguito a potenziali minacce naturali o incidenti alla centrale nucleare bielorussa di Ostrovets, situata a circa 50 chilometri dalla capitale lituana. Vilnius ha già distribuito compresse di iodio e organizzato esercitazioni di decontaminazione perché le autorità lituane ritengono l'impianto insicuro, accusa puntualmente respinta da Minsk e Mosca.

Il tema sicurezza è avvertito anche nel resto d’Europa. Non più tardi di un mese fa la commissaria Ue Hadja Lahbib, aveva presentato il ‘kit di resilienza’ per sopravvivere 72 ore in caso di emergenza che, a suo parere, ogni cittadino dovrebbe avere. Per l’occasione la commissaria belga con delega alla gestione delle crisi aveva anche pubblicato un video semi-serio in cui tirava fuori dalla borsetta il ‘necessaire’: dagli occhiali al taglierino svizzero.