Lunedì 29 Aprile 2024

L’incubo di un’escalation: aerei russi sul mar Baltico intercettati dai caccia italiani. E anche la Polonia alza i suoi jet

Pioggia di missili russi sull’Ucraina: danni a centrali elettriche e termoelettriche. Ansia per la Moldavia. Il polacco Tusk: "Era prebellica". L’analista Batacchi: ma un incidente non scatenerebbe reazioni esagerate

Roma, 29 marzo 2024 – Caccia Eurofighter italiani intercettano aerei russi – velivoli modello Il-20 senza intenzioni ostili, a quanto accreditano fonti della Difesa – sui cieli sopra le acque internazionali del Mar Baltico. L’allarme scattato sia giovedì sia venerdìi al comando Nato di Uedem, in Germania, spinge in volo i caccia italiani di stanza alla base polacca di Malbork che identificano i velivoli di Mosca – improvvisamente apparsi sui radar – e poi rientrano in pista alla Task Force Air 4th Wing. È la seconda volta che un contingente italiano viene impiegato in Polonia in operazioni di enhanced Air Policing (eAP), la missione di difesa collettiva a guida Nato.

La Russia avvia la produzione di massa delle terribili bombe Fab-3000 

Caccia italiani, in servizio nella base polacca di Malbork, hanno intercettato due velivoli russi (foto di archivio)
Caccia italiani, in servizio nella base polacca di Malbork, hanno intercettato due velivoli russi (foto di archivio)

L’azione di contrasto è affidata per la quota dell’Aeronautica militare a velivoli Eurofighter del 4° Stormo di Grosseto, del 36° di Gioia del Colle, del 37° di Trapani e 51° d’Istrana. Qualunque traccia sospetta rilevata dai radar innesca, 24 ore su 24, il decollo immediato di velivoli Nato per identificazione e contrasto (scramble, nel gergo aeronautico). Un compito che i piloti italiani assolvono con riconosciuta professionalità anche in questo frangente storico insidioso. Le provocazioni di Mosca nella vastissima area di allerta determinata dal conflitto con Kiev (in Romania, per la seconda volta in sette mesi, sono piovuti frammenti di droni) sono difatti all’ordine del giorno.

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Sta decisamente peggio l’Ucraina, anche venerdì incessantemente bombardata. Decine di droni e missili danneggiano centrali termiche e idroelettriche nel centro e nell’ovest. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, "il Paese terrorista – ndr, così chiama la Russia – vuole che si ripeta il disastro ecologico del Kherson. Ma ora non solo l’Ucraina è minacciata, lo è anche la Moldavia". E subito spedisce a Chisinau il licenziato consigliere per la sicurezza Oleksii Danilov come nuovo ambasciatore. Kiev invoca più approvvigionamenti per il fronte ("circa sei a uno" il vantaggio russo di munizioni sparate, secondo il comandante delle forze ucraine Oleksandr Syrsky) ma deve rimodulare le aspettative per la nuova leva, forse inferiore alle 500mila unità stimate. "La guerra è cambiata. I soldati sono terrorizzati dai droni di Mosca. Ogni giorno ne volano a migliaia sui cieli del Donbass. Quando si avvicinano, o ti butti in un bunker o sei spacciato", riassume il fotoreporter Ugo Borga, al rientro dall’ennesimo viaggio al seguito delle brigate di Kiev.

Anche la Polonia – parecchio nervosa – teme sconfinamenti russi. Così spedisce in cielo i suoi caccia (e quelli della Nato) e alza la voce contro il Cremlino. "Non voglio spaventare nessuno, ma ogni scenario è possibile. È l’era prebellica. Non sto esagerando. Sta diventando ogni giorno più evidente", dichiara a Repubblica il premier polacco Donald Tusk. E aggiunge: "Non c’è motivo per cui gli europei non debbano rispettare un principio fondamentale e spendere almeno il 2% del Pil per la difesa".

Altre scintille Russia-Nato, magari per un incidente di confine o per una provocazione fuori dall’ordinario, non sono escluse, ma secondo l’analista Piero Batacchi, direttore della Rivista italiana Difesa, "non c’è un rischio di eccesso di reazione né da parte della Nato né da parte della Russia". "I militari di ambo le parti – spiega – si muovono secondo protocolli già settati. Sono storie militari che si fronteggiano da quasi ottant’anni. Con perfetta conoscenza reciproca. Se anche ci fosse un incidente, la controparte attiverebbe una risposta proporzionata e sensata. Poi scatterebbero le procedure di raffreddamento. La Polonia, finita sotto la dominazione russa sia epoca zarista sia in epoca comunista, vive questo momento storico con comprensibile apprensione. Ma la razionalità dei militari è davvero molto alta".