Domenica 5 Maggio 2024

Accuse di abusi sessuali, si dimette il procuratore che inguaiò Weinstein

Si dimette Schneiderman, 63 anni, il paladino dei diritti delle donne che aveva messo sul banco degli imputati il noto produttore di Hollywood. Ironia della sorte, anche il procuratore dello scandalo #MeToo è stato inguaiato per varie storie a luci rosse da parte di presunte vittime intervistate dal New Yorker, che gli attribuiscono condotte sessuali moleste o inappropriate, fino alle violenze fisiche

Eric Schneiderman, il procuratore del caso Weinstein si dimette

Eric Schneiderman, il procuratore del caso Weinstein si dimette

New York, 8 maggio 2018 - Ha dato le dimissioni, accusato a sua volta di molestie sessuali da parte di quattro donne, il procuratore generale di New York, Eric Schneiderman, il giudice che ha trascinato in tribunale l’ex re dei produttori Harvey Weinstein, scoperchiando lo scandalo #MeToo, violenze fisiche, proposte indecenti e vessazioni alle attrici di Hollywood in cambio di un ruolo al cinema. Schneiderman, 63 anni, democratico e alleato del governatore Andrew Cuomo, si era cucito addosso un ruolo di moralizzatore e aveva puntato il dito anche contro il presidente Donald Trump. Il giudice messo alle corde da una serie di testimonianze pubblicate su The New Yorker ha ammesso le circostanze, cioè le storie a luci rosse, ma ha negato decisamente di essersi comportato contro la volontà delle donne, per lui si trattava solo di giochi erotici consensuali. Il procuratore un tempo diceva: «Una certa cultura incoraggia gli abusi sessuali». «Accuse gravi, che respingo con forza, sono state rivolte contro di me», ha dichiarato in una nota Schneiderman, «sebbene non siano collegate alla mia condotta professionale... mi impedirebbero di guidare il lavoro dell’ufficio in questo momento critico».

L’accusa di molestie è stata lanciata sul New Yorker da quattro donne, due delle quali sono apparse con tanto di nome e cognome: Michelle Manning Barish e Tanya Selvaratnam. Le presunte vittime hanno detto che il procuratore, dopo aver bevuto, le avrebbe ripetutamente percosse e afferrate alla gola. Da parte sua il procuratore sostiene che erano innocenti giochi di ruolo e comportamenti consensuali specificando che in nessun caso si sarebbe trattato di abuso o violenza sessuale.

Resta il fatto che Schneiderman ha visto sfumare, in conseguenza di questa inchiesta giornalistica, la prospettiva di una sua riconferma, scaricato dallo stesso governatore democratico dello Stato di New York, Andrew Cuomo, che ha subito avallato le dimissioni affermando che «nessuno può mettersi al di sopra della legge». Oppositore del presidente americano Donald Trump, il procuratore aveva preso parte al movimento #MeToo ergendosi a paladino dei diritti femminili e avviando la causa per violazione dei diritti civili, discriminazione e abusi sessuali nei confronti della Weinstein Company, la casa di produzione cinematografica di Harvey Weinstein con sede a New York. Lo scandalo ha fatto cadere in disgrazia il produttore, una volta considerato intoccabile, ora accusato da decine di donne di molestie e violenze e costretto a un programma di riabilitazione.