Mercoledì 24 Aprile 2024

Elon Musk si sgancia da Bitcoin: Tesla non accetterà più pagamenti con la criptovaluta

Il miliardario su Twitter: "Preoccupati per il rapido aumento dell'uso di combustibili fossili per l'estrazione e le transazioni". La moneta virtuale perde il 16%

Il miliardario Elon Musk (Ansa)

Il miliardario Elon Musk (Ansa)

Roma, 13 maggio 2021 - Elon Musk fa retromarcia su Bitcoin e il valore del titolo crolla. L'imprenditore su Twitter ha annunciato che il gruppo Tesla non accetterà più la criptovaluta come forma di pagamento delle auto. Musk ha mostrato preoccupazione per il problema dell'inquinamento ambientale legato alla produzione, annunciando che per i pagamenti saranno scelte eventuali altre criptovalute che generano minore inquinamento. Il prezzo di Bitcoin è subito sceso da 51.000 euro a un minimo di 46.045. Al momento dell'annuncio, scrive la Cnbc, il valore del mercato delle criptovalute era pari a 2.430 miliardi di dollari. Tre ore dopo era a 2.060 miliardi di dollari, 365,85 miliardi in meno.

"Siamo preoccupati per il rapido aumento dell'uso di combustibili fossili per l'estrazione e le transazioni di Bitcoin, in particolare di carbone, che ha le peggiori emissioni di qualsiasi combustibile - ha scritto Elon Musk su Twitter -. La criptovaluta è una buona idea a molti livelli e crediamo che abbia un futuro promettente, ma questo non può avere un grande costo per l'ambiente".

A febbraio Tesla aveva annunciato di aver comprato bitcoin per un controvalore di 1.500 miliardi di dollari e che intendeva accettare la criptovaluta per i pagamenti. Musk ha detto che Tesla non venderà i bitcoin che ha in portafoglio e che li userà per transazioni "non appena il mining si evolverà verso energie sostenibili".

Bitcoin, come funziona l'estrazione

Il processo di generazione dei bitcoin prevede la risoluzione di calcoli estremamente complessi che richiedono computer molto potenti e processori ad alte prestazioni. Il 'mining' del bitcoin, letteralmente l'estrazione della criptovaluta, richiede dunque l'utilizzo di una sorta di supercomputer, equipaggiati con decine di processori, e che richiedono sistemi di raffreddamento molto efficienti e avidi di energia, indispensabili per evitare il surriscaldamento delle macchine. Secondo un team di ricercatori dell'Università di Cambridge, l'elaborazione a livello mondiale della moneta consuma una quantità di energia elettrica pari al fabbisogno dell'intera Argentina.