Domenica 5 Maggio 2024

Ebola in Uganda, focolaio in miniera d'oro si allarga: 23 morti. Ceppo resiste al vaccino

Era un decennio che non si verificava un cluster di questa variante, particolarmante rara. Aumentano i casi confermati, il virus segnalato alle porte della capitale Kampala

Operatori sanitari in un focolaio di Ebola del Congo nel 2021 (Ansa)

Operatori sanitari in un focolaio di Ebola del Congo nel 2021 (Ansa)

Roma, 27 settembre 2022 - Nuovo focolaio di Ebola in Uganda. A innescarlo un ceppo relativamente raro del virus (SUDV), proveniente dal Sudan, per cui al momento non esistono vaccini o trattamenti. La notizia del cluster è stata diffusa martedì scorso, 20 settembre, dalle autorità sanitarie ugandesi, dopo la conferma di un caso nel distretto di Mubende, nella zona centrale del paese. Tuttavia, la malattia sarebbe in circolazione già da inizio settembre, quindi il virus si sarebbe diffuso indisturbato per settimane. Da allora avrebbe causato la morte di 23 persone, comparendo anche in altri distretti: ormai è alle porte della capitale, Kampala. 

Fino al 25 settembre, sono stati segnalati 18 casi confermati, 18 casi sospetti e 23 morti. Il ministero della Salute ugandese ha precisato che cinque dei pazienti deceduti sono stati confermati come morti a causa del virus mentre 18 sono elencati come probabili decessi da Ebola. Il 62% dei casi è femmina e sono circa 35 i ricoverati; l'età mediana è di 26 anni. È quanto riporta l'ultimo aggiornamento disponibile dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Secondo il report, il primo caso è stato un uomo di 24 anni, che ha manifestato una vasta gamma di sintomi, tra cui febbre altissima, convulsioni toniche, vomito e diarrea con sangue, dolori al petto ed emorragia oculare. Si è recato per la prima volta in una clinica privata l'11 settembre. Dopo una settimana di controlli e test, il 19 settembre è morto

Data la gravità della situazione, il ministero della Sanità ha disposto un divieto di circolazione e di assembramento a Mubende. Il coordinatore della risposta a Ebola, Henry Kyobe, ha confermato durante una riunione dell'Oms che il virus è in circolazione probabilmente già da inizio settembre, ma l'epidemia è stata annunciata solo martedì 20 settembre. Sono in molti nel paese a chiedersi come mai la risposta abbia tardato così tanto, e altri, come Rosemary Byabashaija, commissario distrettuale di Mubende, lamentano la mancanza di mezzi per gestire l'epidemia, come riferisce il quotidiano Daily Monitor. Ora le autorità ugandesi stanno correndo ai ripari e avvertono che i casi di infezione potrebbero aumentare se la popolazione non si atterrà alle istruzioni degli operatori sanitari

Il Sudan ebolavirus è un ceppo pericoloso, spesso letale. La prima segnalazione risale al 1976, da allora sono stati registrati sette focolai, quattro in Uganda e tre in Sudan. Il tasso di mortalità varia da 41% a 100%. Il virus si trasmette tramite contatto ravvicinato con sangue o altri fluidi corporei, nonché con animali malati o morti. Il periodo di incubazione varia da 2 a 21 giorni, ma la persona infettata è contagiosa solo dal momento dello sviluppo dei sintomi. È difficile diagnosticare la malattia in quanto ha sintomi simili a quelli della malaria o della meningite. E non esistono vaccini o trattamenti efficaci contro questo ceppo, motivo per cui l'Oms ritiene che il rischio per la comunità locale sia alto.  Un problema non di poco conto è che il focolaio si è creato attorno a una miniera d'oro: i commercianti d'oro viaggiano spesso, e l'annuncio dei casi potrebbe indurre i lavoratori a fuggire dall'area per evitare l'isolamento. Nonostante questo, l'Oms ritiene che il rischio regionale e globale resti al momento basso. 

Il ministero della Salute dell'Uganda ha chiesto a Medici senza frontiere di supportare la risposta alla nuova epidemia. Un'équipe formata da 6 persone, per lo più medici e logisti, sta allestendo un centro di isolamento nell'ospedale regionale di Mubende, dove è stato registrato il primo caso. Il team di Msf sta inoltre valutando la possibilità di predisporre un secondo centro nella città di Madudu, circa 25 km a nord di Mubende, dove si è registrato il primo decesso e dove risultano diversi casi sospetti. "Adesso la priorità è migliorare il livello di cure per i pazienti ricoverati nell'ospedale di Mubende - spiegano gli operatori Msf impegnati in Uganda - Stiamo creando un'équipe di medici, epidemiologi e logisti con esperienza nella gestione di casi di febbre emorragica, che sarà in azione all'inizio della prossima settimana". L'organizzazione umanitaria - si legge in una nota - resta disponibile a fornire ulteriori interventi se necessario.